La super sfida di Higuain Champions e gol record
Pipita a 6 reti dal primato: domani il Monaco per la finale
Sei gol. In certi momenti anche per Gonzalo Higuain possono sembrare una montagna. Ma lo ha detto lui stesso: «I gol sono come il ketchup, quando iniziano a uscire non smettono più». E così, il record di 38 segnati col Napoli l’anno scorso, primato personale con 36 reti in campionato e 2 in Europa League, non sembra irraggiungibile: alla Juve mancano 5 partite più 1, ovvero l’eventuale finale di Champions League, che domani sera potrebbe diventare realtà dopo la semifinale di ritorno contro il Monaco.
E mister 90 milioni finora è a quota 24 in campionato, 5 in Champions e 3 in Coppa Italia. Con la media di un gol a partita, il nuovo record personale è possibile. Ma per la Juventus, per Allegri e per lo stesso Gonzalo, quel che conta naturalmente è che coincida con le vittorie. Una, quella del sesto scudetto consecutivo è solo rimandata, probabilmente a domenica prossima all’Olimpico contro la Roma (alle 20.45), dove alla Juve basta un punto per festeggiare.
La seconda, la Juve se la giocherà ancora all’Olimpico tre giorni dopo contro la Lazio, nella finale di Coppa Italia. La terza invece è ancora tutta da scrivere. E prima di montare il cartellone al Millennium Stadium di Cardiff per la super sfida Ronaldo-Higuain bisogna riservare al Monaco lo stesso trattamento — grande difesa, attacco spietato — di mercoledì scorso al Louis II.
Il Pipita si è sbloccato nella gara d’andata con la doppietta che ha spento i bollenti spiriti dei francesi, raddoppiando in un colpo solo i gol fatti in carriera (in 24 partite) negli scontri a eliminazione diretta di Champions. Il gol al 92’ nel derby contro il Torino conferma che il piede di Higuain è tornato caldo e che la Juve non può fare a meno di lui, rimasto inizialmente in panchina sabato sera per rifiatare un attimo.
Ma come disse il giovane Cristiano Ronaldo a Sir Alex Ferguson, che lo richiamava in panchina: «Io non ho bisogno di riposare. Io ho bisogno di fare gol». E la rete numero 32 della prima stagione bianconera del Pipita è stata l’ennesima decisiva per il risultato finale, dato che l’argentino ha risolto le vittorie con Fiorentina, Napoli, Torino anche all’andata, Roma, Cagliari, Chievo e Pescara. Solo per tenere conto di quelle in cui i suoi gol hanno fatto — da soli — la differenza.
Due anni fa il popolo bianconero si presentò alla finale di Berlino cantando con spensieratezza «Che ci frega di Ronaldo, noi abbiamo Padoin». Un po’ per scaramanzia e un po’ per rimarcare la differenza col Barça di Messi-NeymarSuarez. Adesso, senza nemmeno cambiare la metrica del coro da stadio, al posto del gregario simbolo (finito nel frattempo al Cagliari), il nome chiave è ovviamente quello di Higuain. E fa da colonna sonora a tutta un’altra prospettiva.
Ma prima di sfidare eventualmente Ronaldo (Simeone ha detto che se c’è una squadra che può rimontare tre gol al Real è proprio l’Atletico) per la Juve e per il Pipita c’è da completare l’opera contro il Monaco di Mbappé, che sabato notte si è dimostrato più minaccioso a parole del suo allenatore Jardim, apparso più realista: «È tutto aperto — dice l’attaccante — andiamo là per vincere e passare il turno. Sappiamo come colpirli».
Per adesso la Juve ha capito come fermare il talento 18enne, che può diventare micidiale se gli si concede spazio . Il Monaco ha vinto anche a Nancy e vede da vicino il titolo che manca dal 2000. La fiducia insomma non gli manca. Gli manca invece una grande difesa. E la voglia di record di questo Higuain.