Corriere della Sera

Dal campo alla tv tra ragioni e rabbia Sinisa cuore Toro

- Alessandro Bocci

Un sabato straordina­rio. Nel bene e nel male. Sinisa Mihajlovic è stato il protagonis­ta a sorpresa del derby. Il suo Toro ha rinviato la festa scudetto della Juve e interrotto la serie record di trentatré vittorie consecutiv­e dei bianconeri dentro il loro fortino. Un’impresa offuscata dalla rabbia con cui l’allenatore granata si è scagliato contro Valeri nel momento in cui è stato espulso Acquah. L’errore dell’arbitro non può essere una giustifica­zione. E infatti in sala stampa Sinisa ha chiesto scusa: «Mi dispiace di essermi lasciato andare», ha confessato. Al Toro però il comandante piace così, forte e sicuro. Sempre faccia al vento. L’uomo che non deve chiedere mai, secondo una vecchia pubblicità.

È stato lui, Mihajlovic, a litigare in diretta tv con l’ex juventino Gianluca Vialli a cui il provvedime­nto del fischietto romano sembrava corretto. «Sei l’unico che dice che è fallo, devi essere corretto». E ai tifosi della Juve, che lo hanno riempito di cori sbagliati e inaccettab­ili al momento dell’espulsione, ha risposto in sala stampa senza peli sulla lingua: «Vediamo se certa gente ha le palle per venire a dirmele in faccia certe cose» e di seguito ha recitato il nome dell’albergo che lo ospita a Torino. Il problema però è serio e Sinisa ha confessato una grande verità: «Il razzismo non è solo il colore della pelle. Lo è anche quando gridano zingaro o serbo di m... Ma in Italia funziona in questo modo». Cioè che spesso si usano due pesi e due

Squalifica in arrivo Pagherà con una squalifica le sue proteste verbali all’arbitro Valeri

misure. E non va bene.

Così è Mihajlovic. Generoso, sincero, a volte esagerato. Il pari con la Juve è un bel risultato, il modo in cui è maturato alimenta la rabbia che neppure il giorno dopo si è sciolta. Chi lo ha visto all’aeroporto di Roma, dove è volato ieri mattina per stare un giorno in famiglia, lo ha descritto ancora incavolato nero. «In undici contro undici potevamo vincere». Resta il fatto che il Toro ha fermato la Juve e che il pareggio, per quanto visto in campo, è il risultato più giusto.

Ora si giocherà il secondo tempo della partita tra il tecnico e Valeri. Sinisa è andato oltre. Al momento dell’espulsione di Acquah, nervosissi­mo, è schizzato fuori dalla panchina, entrando in campo e puntando con decisione l’arbitro. Per fortuna lo hanno bloccato. Tutto dipenderà da cosa ha scritto il direttore di gara nel referto. Anche perché uscendo

dal campo, Mihajlovic ha ringhiato pure contro il quarto uomo Costanzo. Le impression­i di Valeri, determiner­anno la punizione del giudice sportivo, attesa per domani. Difficile, per non dire impossibil­e, che Sinisa sia graziato. Consideran­do che contro il Milan, lo scorso 16 gennaio, aveva spaccato con un pugno un tabellone, finendo per ferire lievemente uno steward e rimediando una diffida, la squalifica sembra inevitabil­e. Si va verso le due giornate. In quel caso salterebbe le sfide con Napoli e Genoa, tornando in panchina solo per l’epilogo della stagione contro il Sassuolo. Ma intanto, casomai ce ne fosse bisogno, ha guadagnato punti nella consideraz­ione della sua gente. Ai granata l’allenatore piace così: tosto, ruvido, veemente. Un cuore Toro.

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A muso duro Sinisa Mihajlovic faccia a faccia con il quarto uomo Alessandro Costanzo (Reuters)

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