Corriere della Sera

Festa a sorpresa di Pedrosa Un giallo il precipizio Rossi

Domina lo spagnolo, le gomme sotto accusa per il 10° posto di Vale

- DAL NOSTRO INVIATO Alessandro Pasini

Podio (e sfizio) di Lorenzo Primo podio Ducati con Lorenzo alle spalle di Marquez: «Per me è come una vittoria e la dedico a chi diceva che non ce l’avrei mai fatta»

JEREZ DE LA FRONTERA Nell’arena andalusa gremita e rovente il mondo si è capovolto. Primo choc: Pedrosa ha stravinto e ha saltellato sul podio tra lacrime e sorrisi, ultrà felice di se stesso. «Sensazione bestiale!», ha raccontato mentre tutti (ma proprio tutti) i suoi avversari si dicevano contenti per lui. Forse è proprio questa stima universale il motivo per cui Dani non sarà mai un fuoriclass­e: quello, in fondo, deve sempre farsi odiare un po’. Umanamente però, soprattutt­o ora che lavora con Sete Gibernau, il Robottino resta un numero uno, e a noi tanto basta.

Secondo choc: Lorenzo ha guidato la Ducati come fosse la sua vecchia Yamaha ed è arrivato 3° dietro un solidissim­o Marquez conquistan­do, in anticipo sulle previsioni, il primo podio con la Desmosedic­i. Acrobazia da maestro, niente da dire, e Jorge, autonomina­tosi primo ducatista sul campo (Dovizioso è finito 5° partendo 14°, dunque bravo anche a lui), non ha mancato di levarsi lo sfizio: «Per me è come una vittoria e la dedico a chi diceva che non ce l’avrei fatta. Hanno parlato troppo presto». Terzo e più clamoroso choc: Rossi ha guidato la Yamaha come fosse la sua vecchia Ducati ed è finito 10° dietro chiunque (Viñales compreso, 6°), a 38” da Pedrosa e a 36” dal sé medesimo che un anno fa qui vinse. Il Dottore non ha toccato palla, al massimo 5° nel primo terzo di gara e poi giù a precipizio negli abissi. Perché? Al box Yamaha rispondono con una sola parola: gomme. Viñales dice di «non volere parlare male della Michelin...», ma così lo fa lo stesso: «Nel warm-up potevo frenare 30 metri più tardi che nel pomeriggio e non so perché...». Rossi, invece, ripete l’argomento già affrontato sabato: «Nelle prime due gare siamo andati molto bene noi, nelle altre due la Honda. E ora ci sono 4 piloti in 10 punti...». Il sospetto che il Bibendum, all’apparenza così mite, sia l’ago della bilancia di questo equilibrat­issimo Mondiale sfiora forte gli yamahisti ed è probabile che oggi, giorno di test, il Dottore chiederà lumi ai francesi. A loro racconterà la storia di una coperta corta: «Abbiamo provato a migliorare il rendimento della gomma posteriore, ma così facendo abbiamo compromess­o l’anteriore. Negli ultimi 6/7 giri (quando andava 3” più lento delle Honda, ndr) dovevo frenare per non cadere. Non posso neanche parlare di degrado perché non ho mai avuto grip».

Se non altro, a parte la risicata leadership nel Mondiale, a Rossi resta una consolazio­ne: «Con queste gomme le cose cambiano non di gara in gara, ma di ora in ora. Magari già a Le Mans lo scenario muterà a nostro favore». Resterebbe da capire come mai Zarco, con la Yamaha 2016, abbia saputo fare 4°; per tacere dell’altro sospetto, cioè che la Honda abbia trovato una quadratura che va oltre le gomme e coinvolge l’elettronic­a. Se così fosse, per Rossi sarebbe un grave problema, ma per capirci davvero qualcosa bisogna aspettare di tornare in pista. «E io non vedo l’ora: quando perdo ho più voglia che mai». Non sarà un Omino a stendere una leggenda.

 ??  ?? In coda Valentino Rossi preceduto da Maverick Viñales (con il numero 25) e da Andrea Dovizioso. A Jerez il Dottore si è dovuto accontenta­re del 10° posto ma ha mantenuto il comando della classifica mondiale (Epa)
In coda Valentino Rossi preceduto da Maverick Viñales (con il numero 25) e da Andrea Dovizioso. A Jerez il Dottore si è dovuto accontenta­re del 10° posto ma ha mantenuto il comando della classifica mondiale (Epa)

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