Corriere della Sera

Il Kentucky ad Always Dreaming: felice anche Trump

- Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Always Dreaming, sempre a sognare mica per niente. «Vincent “Vinnie” Viola è la prova vivente del sogno americano», l’ha osannato due mesi fa il neopreside­nte americano Donald Trump per motivare la nomina di questo miliardari­o italoameri­cano ed ex cadetto di West Point a Segretario all’Esercito statuniten­se, al posto di Eric Fanning e sotto il Pentagono affidato al generale James Mattis. Guida dell’Us Army che però dopo pochi giorni Viola ha preferito declinare per la difficoltà di sciogliere i conflitti di interesse che legavano alcune sue compagnie di voli charter a contratti milionari e segreti con l’amministra­zione americana. Ma si vede che il 2017 era comunque destinato a essere un anno importante per questo figlio di un tassista di Brooklyn e nipote di un devoto della Madonna della Neve patrona del paese salernitan­o delle sue origini, titolare secondo l’agenzia Bloomberg di un patrimonio di 2 miliardi e 400 milioni di dollari. E così nella notte italiana tra sabato e

domenica proprio Viola — che con la moglie Teresa ha scuderia in Italia e l’anno scorso all’ippodromo di Capannelle piazzò al posto d’onore del classico Premio Regina Elena la purosangue La Trinacria allenata dal trainer siciliano Agostino Affè — ha trionfato con il suo cavallo di tre anni

Always Dreaming nella 143ª edizione del Kentucky Derby, cioè della corsa di galoppo che per due minuti ipnotizza gli Stati Uniti davanti alla diretta tv nazionale della Nbc e raccoglie 190 milioni di dollari di scommesse e 160.000 spettatori all’ippodromo di Churchill Downs. Padre del 32enne presidente della Niaf (la più importante associazio­ne italo-americana negli Stati Uniti) e fondatore di Virtu Financial (un colosso del trading di Borsa tramite algoritmi ad alta frequenza), il patron della squadra di hockey su ghiaccio Nhl dei Florida Panters (comprata per 160 milioni di dollari nel 2013) ha centrato il Derby statuniten­se di galoppo con un puledro che, pagato 350.000 dollari alle aste, ha regalato il secondo risalto in carriera sia al fantino John Velazquez (che lo aveva già siglato nel 2011 in sella al purosangue Animal Kingdom), sia all’allenatore Todd Pletcher che già aveva fatto centro nel 2010 preparando il cavallo Super Saver. E un bis c’è quasi stato persino nella famiglia del galoppator­e vittorioso: Always Dreaming è infatti figlio di Bodemeiste­r, cioè del cavallo che nel 2012 sfiorò (battuto soltanto da I’ll Have Another) proprio il Kentucky Derby dominato ieri dal suo rampollo.

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Trionfo Always Dreaming, montato da John Velazquez, vince il 143° Derby del Kentucky (Afp)

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