SuperJuve in finale
Monaco battuto, Cardiff è realtà
Champions League Pratica risolta e adesso si aspettano Ronaldo & Co.
Ora la finale, la seconda negli ultimi tre anni, la nona della sua storia, è realtà. La Juventus l’aveva opzionata già dopo l’andata nel Principato e la mette al sicuro allo Stadium, chiudendo la pratica nel primo tempo con i gol di Mandzukic e Dani Alves, forse non a caso i soli bianconeri ad aver sin qui vinto la Champions. Il Monaco è solo nella zampata dell’indomabile Mbappé, che a metà ripresa interrompe l’imbattibilità bianconera arrivata a 690 minuti e nella riprovevole vendetta dell’ex granata Glik, che passeggia sul ginocchio di Higuain facendo impazzire una partita sino a quel momento tranquilla.
La differenza tra le due squadre è abissale. Con Impeto, furore e passione chiedeva la curva Scirea. E i bianconeri danno ampia soddisfazione ai propri tifosi. Il dominio, al netto di una partenza ragionata e un po’ frenata, è totale sotto ogni aspetto, tattico, tecnico, fisico. La Juve sin che c’è partita surclassa il Monaco giocando un calcio veloce, intenso, fatto di verticalizzazioni audaci e improvvisi cambi di gioco. Jardim all’ultimo momento aveva cambiato le carte in tavola, recuperando Mendy sulla fascia sinistra e irrobustendo le fasce, ma non c’è storia. I francesi si accendono in fretta e si spengono dopo un quarto d’ora in cui Mbappé colpisce un palo ma in fuorigioco e Moutinho e Bernardo Silva creano qualche piccolo grattacapo. Poi, sin che c’è partita, esiste solo la Juve. Dal 20’ in avanti è un assalto continuo: due gol, un salvataggio di Glik sul pallonetto a colpo sicuro di Higuain, un altro di Raggi in scivolata su Pjanic, le uscite miracolose di Subasic su Man-
dzukic e Dybala. L’1-0 è anche la miglior azione della partita. Avviata da Buffon, proseguita dalla percussione di Alex Sandro, poi Dybala e Pjanic, che cambia gioco per Dani Alves il cui cross trova pronto Mandzukic. Da applausi. Il raddoppio, a un passo dal recupero, è dello stesso Dani, ancora una volta impiegato alto al posto di Cuadrado e tornato (ormai da un po’) quello stellare di Barcellona: un assist e un gol, tanto per gradire dopo i due passaggi vincenti dell’andata.
Ma tutta la Juve gira alla perfezione. Il merito è di Allegri, che raggiunge la sua quinta finale bianconera su sei possibili (tre in Coppa Italia e due in Champions). Il regista di una stagione magica con vista sul triplete. Domenica la Juve con un punto nell’Olimpico giallorosso può far suo il sesto scudetto di fila e tre giorni dopo, nello stesso stadio, contenderà alla Lazio la Coppa Italia. Poi il viaggio a Cardiff, il 3 giugno e tutto lascia prevedere che sarà con lo stellare Real Madrid di Cristiano Ronaldo. Ma una Juve così, armoniosa e geometrica, solida e determinata, se la può giocare con chiunque.
Il secondo tempo della partita con il Monaco è poco più di un allenamento, tanto che Allegri richiama in fretta Dybala per Cuadrado. Il calo improvviso di intensità dei bianconeri (che fa infuriare Allegri) esalta Mbappé, che nel giro di sette minuti costringe Buffon all’unica parata della serata e poi lo trafigge sottomisura. Dettagli nella notte di festa.