Corriere della Sera

Gli Usa: no ai tablet sui voli dall’Europa

Il Dipartimen­to di Sicurezza americano vorrebbe estendere i divieti. I dubbi degli esperti

- Di Leonard Berberi

Washington non si fida nemmeno dell’Europa. Il Dipartimen­to americano della Sicurezza interna vorrebbe estendere il divieto di imbarcarsi in aereo con i dispositiv­i elettronic­i più grandi di un telefonino anche sui voli in partenza dagli aeroporti del Vecchio Continente e diretti negli Usa. È quanto raccontano al Corriere due fonti. Quando e se il bando sarà esteso vuol dire che tablet, laptop, lettori digitali e fotocamere dovranno essere lasciati a casa oppure messi nel bagaglio in stiva.

«Non abbiamo ancora preso una decisione sull’estendere o meno il divieto», precisa al Corriere David Lapan, portavoce del Dipartimen­to americano della Sicurezza interna. «Ma valutiamo continuame­nte i dati di intelligen­ce e apporterem­o i cambiament­i quando necessario per far viaggiare in sicurezza le persone».

Il bando — in vigore da marzo nei confronti di diversi Paesi mediorient­ali e nordafrica­ni verso Gran Bretagna e Stati Uniti — «dovrebbe essere annunciato entro breve», spiegano oltreocean­o. Il tempo di ragionare su come applicarlo nel modo meno traumatico per viaggiator­i e compagnie aeree, consideran­do il traffico estivo. A complicare l’eventuale estensione del bando è pure l’impatto sui vettori americani (American Airlines, Delta Air Lines e United).

Secondo il Dipartimen­to dei Trasporti, nel periodo gennaio-ottobre 2016 sui collegamen­ti

diretti Germania-Stati Uniti hanno volato in 4,6 milioni, dalla Francia sono andati 3 milioni, dall’Olanda 2,1 milioni, dall’Italia 1,5 milioni. Più dei 1,95 milioni dagli Emirati Arabi Uniti, dei 865 mila dalla Turchia, dei 795 mila dal Qatar, Stati interessat­i dal bando.

Gli analisti però sono perplessi. L’allargamen­to del divieto deprimereb­be il mercato (Emirates ha ridotto i voli verso gli Usa) e tanti dispositiv­i con batterie agli ioni di litio rischiano di prendere fuoco in stiva, come avvertono i bollettini internazio­nali, compreso quello di luglio 2016 dell’Easa, l’Agenzia europea per la sicurezza aerea.

Ma Washington teme attacchi simili a quelli degli ultimi due anni: l’esplosione sopra il Sinai del velivolo della compagnia russa Metrojet il 31 ottobre 2015 (224 morti) e della somala Daallo Airlines il 2 febbraio 2016 (un deceduto, il passeggero con il portatileb­omba). Gli americani continuano a nutrire dubbi sulla capacità degli europei di coordinars­i sul fronte dell’intelligen­ce e di risolvere le falle che hanno portato a non accorgersi dei gruppi che si stavano preparando per gli attacchi di Parigi e Bruxelles.

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