Commissario
Pierre Moscovici, 59 anni, socialista francese, è commissario Ue agli Affari monetari dal 2014. In Francia è stato ministro dell’Economia e delle Finanze dal 2012 al 2014 e ministro degli Affari Esteri dal 1997 al 2002. È figlio dello psicologo e sociologo Serge Moscovici SFIO seppe reinventarsi grazie a François Mitterrand e diventare il PS due anni dopo. Oggi un ciclo è finito e bisogna cominciarne un altro. Questo significa non sentirsi più socialisti? A differenza di altri, io non la penso così. Avremo sempre bisogno di un partito socialista, socialdemocratico. La vita politica francese a mio parere non può adesso riassumersi in un partito di estrema sinistra (Mélenchon, ndr), di estrema destra (Marine Le Pen) e di centro (Macron). C’è bisogno di una destra e di una sinistra organizzate, altrimenti l’alternanza si farà sempre con i populisti anti-europei e non sarebbe un bene per la democrazia».
Quanto all’Italia, che cosa pensa del suo ruolo in Europa dopo l’elezione di Macron che vuole ripartire dall’asse franco-tedesco? E delle posizioni euroscettiche del Movimento Cinque Stelle e non solo?
«L’Italia è un grande Paese, il terzo della zona euro, e io conto profondamente sull’impegno europeo dell’Italia oggi, domani, e dopo le prossime elezioni».
Giovedì lei renderà note le previsioni economiche relative ai Paesi membri. Giudica sufficienti gli sforzi dell’Italia?
«Sono in rapporto costante, permanente, direi quotidiano, con il vostro ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Apprezzo molto il suo impegno, e cerchiamo sempre insieme soluzioni costruttive per risolvere i problemi di budget e la questione del debito italiano. Non posso dire altro, appuntamento a giovedì».
@Stef_Montefiori