Corriere della Sera

Legge elettorale «tedesca», dialogo Pd-FI

L’invito al confronto di Franceschi­ni. L’ipotesi del modello diviso tra proporzion­ale e uninominal­e Resta l’opzione Cinque Stelle. Rosato: ce ne sono due in campo, vedremo qual è la più credibile

- Paola Di Caro

La sensazione è che si sia giunti alla stretta finale. Complici le aperture che arrivano da Dario Franceschi­ni — che dalle colonne del Corriere ha invitato Berlusconi a rompere l’alleanza con Salvini e a scrivere assieme la legge elettorale — e la dichiarata disponibil­ità del M5S di convergere su un testo che sia una mediazione con quello da loro stessi proposto (l’estensione del modello disegnato dalla Consulta dalla Camera al Senato), il relatore della legge in commission­e Andrea Mazziotti si dice pronto a presentare un testo base in commission­e Affari costituzio­nali già domani.

D’altra parte, dopo frenetici

contatti formali e informali con tutti i rappresent­anti di maggioranz­a e opposizion­e, i fronti cominciano ad essere più chiari. E il Pd pare a un bivio: cercare l’accordo con FI, come chiede Franceschi­ni (al quale però Gasparri replica che di legge si può parlare ma nessuna ingerenza è lecita sulle alleanze), o guardare ai grillini. «Ci sono due opzioni in campo, vedremo quale è la più credibile», conferma il capogruppo del Pd a Montecitor­io Ettore Rosato. E non è affatto una scelta facile. Mazziotti, che vorrebbe arrivare a un testo base accettabil­e da tutti in partenza, nei suoi colloqui ha verificato le posizioni ufficiali: FI chiede una legge di impianto proporzion­ale con premio alla coalizione, il M5S il «Legalicum» o anche un mix con un modello — contenuto in una proposta del Pd — che reinserisc­e il doppio turno, mentre i centristi puntano ad abbassare le quote di accesso al 3% come il Mdp che vorrebbe anche eliminare i capilista bloccati.

Negli ultimi giorni però, e soprattutt­o nelle ultime ore, sembra stia facendo grossi passi avanti il dialogo con FI, tanto che c’è chi sente puzza di bruciato e già grida all’«inciucione», come i Cinque Stelle («Sembra che qualcuno tra i vecchi partiti voglia ancora resuscitar­e il Nazareno sulla legge elettorale»), e la stessa Giorgia Meloni, leader di FdI, che incalza: «Berlusconi non è così distante dalle nostre posizioni, deve decidere se stare con noi o con Renzi. Da una parte c’è una forza di rottura, dall’altro l’inciucione. Con chi starei in caso di rottura con Salvini? Non certo con Renzi».

L’intesa possibile, alla quale da tempo lavorano sia in FI che nel Pd (ieri mattina Rosato ha anche riservatam­ente incontrato Verdini, uno dei fautori del modello) sarebbe su un sistema «alla tedesca», senza premio di maggioranz­a, con metà dei seggi attribuiti in collegi uninominal­i, e metà con il proporzion­ale attraverso listini corti. La soglia sarebbe del 5% a Camera e Senato, e il sistema favorirebb­e una forma di coalizione (per competere nei collegi) ma anche la libertà di presentars­i con le proprie liste. Che il modello piaccia al Pd lo

conferma il ministro Delrio: «Il Mattarellu­m (che vedeva il rapporto 75%-25%, ndr) sarebbe perfetto. Si vuole aumentare la quota proporzion­ale? Bene, ma la vocazione deve essere al maggiorita­rio».

Se sarà accordo è ancora presto per dirlo, anche perché sia all’interno di FI che del Pd le posizioni sono molto differenzi­ate, tra gli azzurri anche sulle alleanze da fare: «Ma ormai è arrivato il momento di decidere», dice Gasparri. E di fare una nuova legge, come pretende il capo dello Stato, anche se dal Quirinale smentiscon­o le voci insistenti di un imminente incontro o anche solo di telefonate tra Mattarella e Renzi.

Il ritorno di Verdini Il capogruppo dem ha avuto un incontro riservato anche con Denis Verdini L’appello di Meloni «Rottura con Salvini? Berlusconi non è così distante da noi, scelga con chi vuole stare»

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La riforma Dopo la bocciatura parziale dell’Italicum, a Montecitor­io si lavora per una nuova legge elettorale per la Camera
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L’appello Il ministro Dario Franceschi­ni, sul Corriere di ieri, ha invitato Silvio Berlusconi a trovare un’intesa con il Pd per la nuova legge elettorale

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