«Sì a un’intesa che rispecchi la coalizione di governo»
«Impostazione proporzionale; premio alla coalizione, che — visto che ci sono in campo più partiti — può aggregare di più e permettere alle forze più piccole di essere rappresentate; soglia di sbarramento al 3%; preferenze. E primarie, almeno per quanto riguarda noi di Alternativa popolare». È con questa formula che Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, vorrebbe riscrivere la legge elettorale.
Una formula più vicina a quella auspicata dal centrodestra che non a quella maggioritaria proposta dal Pd, che è vostro alleato di governo.
«Credo che si debba raggiungere un accordo coerente alla maggioranza di governo e allargato a parte dell’opposizione. E noi abbiamo detto sin dall’inizio che la legge deve dare all’Italia la fotografia delle forze in campo associata alla possibilità di governare. La soluzione più semplice sarebbe un Italicum modificato in base alla pronuncia della Corte costituzionale, sia per la Camera che per il Senato».
Il Pd parla con il M5S e Franceschini si appella a Berlusconi. Potreste restare con il cerino in mano?
«In Parlamento abbiamo dimostrato che non restiamo con il cerino in mano… Il punto, però, è che anche nel nostro Paese ci sono due fronti contrapposti: quello pro Europa, pro euro; e quello antisistema. L’elezione di Macron ha dimostrato qual è il nuovo corso che vince».
Il Pd tratta con il M5S.
«Ogni volta che hanno dialogato con loro non è andata a finire molto bene. È chiaro che, in materia di sistema di voto, è giusto ascoltare tutti. Però io comincerei dai partiti che hanno un progetto politico condiviso, e poi con Forza Italia che è una forza con una cultura democratica consolidata. Insomma, come hanno dimostrato i cittadini in Olanda e in Francia, si vince tenendo la barra al centro».
L’appello di Franceschini a Forza Italia non fa pensare a un’idea di futura grande coalizione?
«Le grandi coalizioni nascono in situazioni di emergenza. Ora stiamo elaborando una legge elettorale in un sistema pluripartitico. Io parlerei di come conquistare consenso per essere una forza di governo e rappresentare valori forti. Per farlo, bisogna tenere salva l’identità di ciascuno e rinunciare agli egoismi. Va semplificato il quadro politico, e la coalizione è lo strumento di maggiore buon senso per farlo».
Per le primarie serve una legge?
«Per questo turno, no; dovremmo ricominciare daccapo con il Pd. Noi useremo regole interne».
Spazio ai «piccoli» Serve un sistema proporzionale con premio di coalizione che dia rappresentanza ai partiti piccoli