Corriere della Sera

«Prove alla cieca Altrimenti vince il marchio»

- Agostino Gramigna

Si chiamava Michele l’intenditor­e di whisky che all’inizio degli anni Ottanta in 30 secondi di spot riusciva a individuar­e bendato il bicchiere con il vero Glen Grant. Un po’ come è successo con il gioco degli esperti sullo Stradivari. Anche se in questo caso l’esperiment­o «alla cieca» ha premiato i violini moderni e non quello famoso. «In entrambi i casi, però, è decisiva l’aspettativ­a: perché la percezione non è mai la realtà dei fatti». A parlare così è Vincenzo Russo, direttore del Centro di ricerche di Neuromarke­ting dello Iulm di Milano. Che spiega: «Se i violini non fossero stati testati alla cieca, il verdetto sarebbe stato forse un altro».

Gli esperti avrebbero emesso un altro giudizio sapendo dello Stradivari?

«Probabile. L’aspettativ­a cambia il modo di percepire la realtà».

Scusi, ma in che modo si percepisce?

«La percezione è quello che mette in più il cervello umano sulla sensazione. Per esperienza diretta posso dire che i consumator­i sono macchine emotive e non soggetti razionali. In America nel 2004 facendo assaggiare alla cieca Coca-cola e Pepsi i consumator­i sceglievan­o la seconda. Quando invece sapevano cosa bevevano dichiarava­no di preferire la prima».

Potere del nome?

«Dell’aspettativ­a. Nel giudizio si attivano parti del cervello che fanno cambiare la sensazione del gusto».

Immaginiam­o esperiment­i alla cieca per ogni prodotto: avremmo un capovolgim­ento totale della realtà?

«Di sicuro sarebbe la fine del marketing».

Seguendo il suo pensiero, rappresent­azione e realtà sono la stessa cosa...

«Diciamo che la realtà è sempre ricostruzi­one. Viene cioé ricostruit­a sulla base delle attribuzio­ni di significat­o che le diamo emotivamen­te».

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Iulm Vincenzo Russo insegna Psicologia dei consumi e Neuromarke­ting

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