Corriere della Sera

Dybala è un giocatore che non esiste altrove, ma la vera invenzione di Allegri è Mandzukic alla Pogba, potenza per potenza, solo con più umiltà

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Non c’è partita col Monaco nemmeno nel ritorno. È quasi imbarazzan­te la differenza per questi livelli. Il Monaco ha piccole accelerazi­oni che portano a qualche distrazion­e juventina, ma la Juve arriva sei-sette volte davanti al portiere con semplici rimesse da centrocamp­o. Ha molto talento la squadra del principe, ma non ancora la cubatura per queste profondità. La Juve ha dominato quasi solo con il suo carisma. È per altro importante notare l’infortunio nei primi minuti di Khedira. L’intera struttura di Allegri si basa da sempre su Khedira, l’uomo per il quale non è mai esistito turn over. Come una piccola provvidenz­a, l’infortunio ha mostrato che la Juve è completa anche senza di lui. Gli uomini che spiegano questo cambio di faccia della Juve (appena un anno fa giocavano Evra, Hernanes, Asamoah, Sturaro, Morata, Zaza) sono i tre attaccanti. La Juve ha i migliori d’Europa, temo che Cristiano Ronaldo a Torino farebbe o il tornante o la riserva. Dybala è un giocatore che non esiste altrove, capiremo poi se stare fra le linee sia un vantaggio esistenzia­le o tecnico, ma nessuno oggi al mondo gioca a calcio come lui. Ma la vera invenzione è Mandzukic schierato alla Pogba, potenza per potenza, solo con più umiltà. Questo è il modello di Allegri, avere un equilibrio di squadra molto chiaro ma non unico. I portoghesi tre secoli fa chiamavano queste idee barroco, erano pietre con facce regolari e percorsi tortuosi, un insieme audace di stili che disorienta­va. Credo che alla vigilia della finale sia giusto scoprirlo: il calcio di Allegri è barocco in quello stesso senso originale. Metà elementare e metà impossibil­e. Non melodramma­tico, ma virile, con ampi tratti neoclassic­i. Ci sono tante cose nuove in questa Juve, una modernità voluta e rischiata. Sarri gioca meglio ma non deve anche vincere, quello è il barocco italiano, il Bernini pieno di curve e fanciulli con gli occhi sempre al cielo. La Juve oggi è terragna come il Real, non ha niente in meno e niente in più se non il senso di Allegri per il risultato. Il Real mi ha stupito per la velocità umile a cui riesce a correre, per un profession­ismo quasi atavico. Ma la Juve ha più calcio nel suo linguaggio. Gioca bene e come serve. Per me parte favorita.

L’invenzione

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