Corriere della Sera

Paura per Froome, pirata della strada lo travolge e poi scappa

L’incidente in Costa Azzurra, l’ultimo di una serie impression­ante che angoscia il ciclismo

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di fiducia, che ricuce trascinand­osi a ruota il gruppo.

Finisce così, prima ancora di cominciare, il primo corpo a corpo tra favoriti del Giro sul vulcano che non è né Mortirolo né Stelvio (a rischio per neve),

Mentre i compagni Geraint Thomas e Mikel Landa si giocavano la maglia rosa in diretta tv sulla salita dell’Etna, il leader di Sky Chris Froome ha rischiato la vita in allenament­o lungo una stradina deserta di Beausoleil, a due passi da Nizza. Il tre volte vincitore del Tour de France, che vive in Costa Azzurra, è uscito miracolosa­mente indenne dallo scontro con un’auto. «Un guidatore impaziente – ha spiegato — invece di aspettare che accostassi per lasciarlo passare mi ha buttato a terra deliberata­mente. La bici è distrutta, il tipo è scappato». La foto postata su Twitter dall’inglese è impression­ante: il telaio schiacciat­o contro un palo della luce, la ruota posteriore deformata. Froome aveva memorizzat­o il numero della targa dell’auto ma poi non è riuscito più a ricordarlo. I gendarmi francesi stanno cercando (con poche speranze, secondo il corridore) immagini di telecamere di sorveglian­za per identifica­re il «Lo stavo facendo passare, lui mi ha buttato a terra ed è fuggito: mi è andata bene» Quarto Bob Jungels, quarta maglia rosa del Giro 100 (Ansa) mezzo.

L’incidente è solo l’ultimo di una lunga serie: la convivenza tra ciclisti (profession­isti e no) e veicoli a motore è ormai un problema serissimo e per atleti come Froome, che percorrono in bici 30/35 mila chilometri l’anno, la probabilit­à di essere investiti è elevata. Tre giorni fa Alberto Contador ha lanciato un appello su Twitter dopo un terribile incidente accaduto in Spagna: «Altri due ciclisti uccisi da una donna con tasso alcolico tre volte superiore alla norma e positiva agli stupefacen­ti! Basta! Massima severità in casi del genere!».

L’ultimo anno è stato orribile, non solo in Europa. Pochi mesi prima della tragica morte di Michele Scarponi sulle strade delle Marche, un incidente analogo (furgone contro bici) era stato fatale a Ellen Watter, una forte profession­ista canadese di 28 anni. Poco prima erano scomparsi Gunaydin Dursun, grande talento kazako, 18 anni, ucciso da un camion e Claudio Clarindo, specialist­a del triathlon brasiliano, centrato da una macchina. Un anno fa uscirono indenni per miracolo da uno scontro in Spagna John Degenkolb, vincitore di Parigi-Roubaix e Milano-Sanremo, e cinque

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