Premio Stracca con Ivan e Mancini
Presente Roberto Mancini (Getty)
Sala Buzzati, Corriere della Sera, via Balzan, oggi ore 16.30: puntuali per il Premio Roberto Stracca che riconoscerà il talento di tre giovani futuri cronisti. Il Premio ricorda un bravissimo giornalista del Corriere della Sera, morto a 40 anni, il 16 novembre 2010. A consegnarlo Roberto Mancini (foto), grande allenatore, Ivan Zaytsev, fuoriclasse del volley, e Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro, da sempre sostenitrice del Premio. Emozione nel ricordare un bravissimo cronista, gioia nel lanciare tre giornalisti della Scuola Tobagi, interesse nell’ascoltare Mancini e Zaytsev parlare di «Il sogno del fair play nello sport». Per partecipare scrivere una mail: premiostracca@corriere.it
«In realtà avevo litigato con la mia testa: l’omino nel cervello mi faceva la guerra. Non ero pronto ad assorbire le pressioni di mio padre. Sperava che diventassi come lui: palleggiatore, campione olimpico e miglior giocatore al mondo. Lo scenario era pesante: con il cambio di ruolo sono rinato. Sono un opposto o uno schiacciatore? Le maggiori gioie le ho avute da opposto, ma ora mi usano come schiacciatore».
Ha mai rivisto la finale dei Giochi 2016?
«No, brucia ancora. Abbiamo sbagliato i finali di set: a livello mentale non eravamo sul pezzo».
Sarà un’Italia che vincerà?
«Prima o poi ce la faremo. Purtroppo ci manca ancora qualcosa: l’Europeo 2017 sarà uno snodo chiave verso il Mondiale del 2018».
Un coach deve essere un capo democratico, un dittatore, uno psicologo o un amico?
«Un “frullato” di tutte queste cose».
Parliamo di c.t.: era necessario arrivare alla rottura con Mauro Berruto?
«È una storia gestita male da tutte le parti. Ma il mio vaso era ormai saturo».
Chicco Blengini ora è c.t. a tempo pieno.
«È l’allenatore giusto per la Nazionale».
Quattro personaggi e altrettanti giudizi lapida: Donald Trump, per cominciare.
«No comment».
Emmanuel Macron.
«Mi piace».
Matteo Renzi.
«Lavoratore».
Virginia Raggi.
«Non digerisco il no ai Giochi: da italiano che paga le tasse, forse è meglio; ma da sportivo...».
Quale Zar è Ivan Zaytsev?
«Ivan il “crestato”».