Macron e l’asse con Merkel: pronti a cambiare i trattati Ue
Il presidente francese nomina il repubblicano Philippe, 46 anni, a primo ministro
Angela Merkel in spirito di citazione importante, ieri, in onore di Emmanuel Macron. Siamo in un uno di quei momenti «che Hermann Hesse chiamava di magia dell’inizio», ha detto durante la conferenza stampa tenuta con il suo ospite francese: il giovane presidente «ha ristabilito speranza e joie de vivre». Detto da una donna che non usa iperboli, è ben più di un tappeto rosso: è il riconoscimento di essere entrati, dopo le elezioni francesi, «in una nuova dinamica per l’Europa». Per parte sua, Macron ha ribadito che anche per lui la relazione tra Parigi e Berlino è centrale all’intero progetto della «rifondazione storica dell’Europa».
Il presidente francese è arrivato nella capitale tedesca, primo viaggio all’estero da quando ha assunto la carica (domenica), per un incontro che è stato tutto meno che formale: è uscito subito dai festeggiamenti e Merkel ha presto abbandonato le congratulazioni. Hanno parlato di politiche. Non su tutto i due leader si sono trovati d’accordo ma, come ha sostenuto la cancelliera, questo è il bello della relazione franco-tedesca, che ci si confronta e poi si trovano posizioni comuni. Per iniziare, ieri Berlino e Parigi hanno deciso di stilare una «road map per la Ue e l’Eurozona» da proporre agli altri partner del Vecchio Continente per rendere più robusta, «meno burocratica e più proattiva la Ue» (Macron).
Sui punti più delicati, sui quali le differenze di opinione sono probabilmente significative, entrambi hanno fatto un passo nella direzione dell’altro. Parlando della possibilità di cambiare i tratti europei per rafforzare la Ue, Merkel ha sottolineato che non sarebbe facile, ha chiarito che prima occorrerebbe sapere in quale direzione farlo, che non si tratta di una priorità; ma poi ha aggiunto che in effetti in Europa ha prevalso «un senso di inerzia» e quindi se i cambiamenti fossero «sensati saremmo pronti a farlo». Per parte sua, Macron ha sostenuto di non avere mai proposto eurobond per mutualizzare i debiti passati dei singoli Paesi ma di ritenere che una riflessione sui modi di finanziamento futuri è opportuna. Inoltre, il presidente francese ha spiegato che è sua intenzione proporre «una capacità di bilancio» europea, cioè qualcosa che, a differenza del pur positivo Piano Juncker d’investimenti, significhi «nuovo denaro».
Per il resto, Berlino e Parigi lavoreranno per fare avanzare in Europa una serie di progetti che rispondano alle preoccupazioni dei cittadini, e per questo in luglio terranno un incontro intergovernativo dal quale probabilmente uscirà la proposta di road map europea. I punti saranno gli immigrati, il lavoro, la sicurezza (terrorismo, cyber-reati, frontiere europee), la collaborazione nella Difesa, la politica estera.
Macron ha anche ribadito in modo chiaro che tra i due Paesi deve ristabilirsi la fiducia che è mancata negli ultimi anni. E che il peso cade soprattutto sul governo di Parigi. Prima di arrivare a Berlino, in patria aveva nominato il suo primo ministro: Édouard Philippe, esponente del centrodestra. E già dalle prossime settimane avvierà le riforme: «Ognuno deve fare i compiti a casa — ha detto — e questo in Francia significa che le riforme sono vitali, per il Paese e per ristabilire la fiducia piena e completa con la Germania». La relazione tra Berlino e Parigi sarà «serena» anche quando le idee saranno diverse, ha detto Merkel. «Sarò sempre un partner diretto e costruttivo», ha risposto Macron. È un inizio. Vedremo se sarà magico.