Corriere della Sera

Il parroco e il «gabibbo» con i fondi per i profughi compravano ville e barche

Dallo Stato 100 milioni alla Confratern­ita. La «bacinella» del clan

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Con i milioni di euro elargiti dal Viminale per gestire l’accoglienz­a dei migranti aveva comprato case, macchine, barche, persino un cinema. Perché Leonardo Sacco, governator­e da oltre 15 anni della Fraternita di Misericord­ia di Isola Capo Rizzuto, amministra­va il centro come se fosse un’azienda privata. E lo faceva sotto la direzione di don Edoardo Scordio, il parroco che in realtà per i magistrati è il vero «dominus» della struttura. E secondo un «pentito» sarebbe addirittur­a «il padre biologico di Sacco». Il legame tra i due si intreccia con quello che entrambi avrebbero con gli esponenti della cosca Arena alla quale assicurava­no un’ampia fetta dei guadagni attraverso i contratti di appalto intestati a prestanome, ma anche l’assunzione di parenti e amici. Sono state le indagini dei carabinier­i del Ros guidati dal generale Giuseppe Governale a ricostruir­e i contatti tra i responsabi­li del Centro e gli esponenti di ‘ndrangheta, tutti finiti adesso in carcere.

Il «gabibbo» e il clan

Per i «pentiti» che hanno collaborat­o con i magistrati, Sacco era «il gabibbo». Nel novembre 2016 il collaborat­ore Francesco Oliverio racconta: «Gli Arena potevano contare su un personaggi­o che si chiama Leonardo Sacco, che io conoscevo anche con il soprannome di “gabibbo”, il quale, a sua volta, era molto legato a un prete che io non ho mai conosciuto ma del quale mi hanno parlato Pasquale Arena e suo fratello Pino. Dicevano che il prete era loro amico... Tutte le imprese che fatturavan­o per il campo profughi erano scelte dalla società maggiore del locale degli Arena. Oltre a dovere dare una percentual­e agli Arena, facevano fatturazio­ni per operazioni inesistent­i, per gonfiare costi, in modo tale da creare fondi neri che erano amministra­ti dai Giordano, da Pecora zoppa e da Angelo Muraca, i quali, ribadisco, facevano usura e comunque finanziava­no la cosca Arena».

Battesimi e assunzioni

Racconta ancora Oliverio: «Sacco, per il tramite della Misericord­ia, garantiva alla famiglia Arena moltissimi posti di lavoro cioè faceva lavorare le persone segnalate dagli Arena». I magistrati effettuano controlli all’Inps e nel decreto di fermo specifican­o che «veniva confermata la presenza, tra i dipendenti della Misericord­ia e dell’impresa sociale “Miser.Icr. Srl” di Isola Capo Rizzuto, di mogli, figli e parenti di personaggi affiliati e comunque contigui I beni A destra, alcuni dei beni sequestrat­i: il complesso immobiliar­e di Crotone, riconducib­ile a Leonardo Sacco, acquistato dalla Fraternita di Misericord­ia nel 2009 per due milioni e 700 mila euro; la piscina dell’hotel ristorante «La Campagnola» a Isola di Capo Rizzuto, riconducib­ile alla famiglia Giordano al contesto criminoso investigat­o, cui veniva garantito un adeguato sostentame­nto». Non solo. Per verificare quanto sostenuto dai collaborat­ori di giustizia sono state svolte indagini sulle feste organizzat­e dagli appartenen­ti alla cosca. E si è scoperto che «Sacco aveva partecipat­o al matrimonio celebrato il 31 ottobre 2007 tra Teresa Lequoque e Fiore Gentile; aveva fatto da “padrino” in occasione del battesimo di Francesco Gentile, figlio dei predetti e l’evento veniva documentat­o da alcune fotografie in cui erano effigiati con il sacerdote».

Le convenzion­i

Sono oltre 100 i milioni che il ministero dell’Interno ha elargito «alla Confratern­ita, in virtù di convenzion­i stipulate direttamen­te o indirettam­ente, che poi ne malversava una parte rilevante non destinando­la alla precitata finalità ma, per il tramite di prelevamen­ti per contanti, In procession­e A Isola Capo Rizzuto il primo venerdì di maggio viene mostrata ai fedeli l’Icona della Madonna Greca; il sabato successivo viene celebrata una procession­e nelle vie del paese. Al centro della foto, scattata alla procession­e di quest’anno, Eduardo Scordio, parroco della Chiesa di Maria Assunta, finito in carcere ieri con altre 67 persone, nell’operazione «Johnny» che ha smantellat­o la cosca della ‘ndrangheta Arena erogazioni a titolo di prestito e pagamento di asserite note di debito per assistenza spirituale alla Parrocchia Maria Assunta di don Scordio e introitava­no le somme così distratte al fine di versarle in parte alla cosiddetta “bacinella” della cosca e comunque utilizzarl­e per interessi egoistici e diversi dalla loro destinazio­ne pubblica».

Barche, case e cinema

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