Corriere della Sera

Un buco nero che Bashar ha usato (anche) per creare il caos

- di Davide Frattini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La prigione sta nascosta in cima a un colle di pietre rosse. Le rocce attorno sono chiazzate dallo scuro delle grotte, tra queste montagne millesette­cento anni fa i monaci cristiani pregavano in aramaico nel silenzio. Il buco più nero è quello del carcere di Sednaya, a meno di un’ora da Damasco, inghiotte gli oppositori del regime siriano in una tradizione della repression­e passata di padre in figlio: i tre edifici che s’intersecan­o verso il centro — dove svetta la torre di guardia in cemento e metallo — sono stati costruiti da Hafez Assad, il capostipit­e della dinastia, e affidati ai servizi segreti dell’esercito.

L’architettu­ra dell’orrore sarebbe stata modificata dal figlio Bashar — sostengono gli americani che mostrano le foto scattate dai satelliti — per cancellare le prove dell’eccidio: i forni crematori sono l’orribile, quasi necessaria, conseguenz­a dell’operazione di pulizia per eliminare i corpi dei condannati a morte. Sono troppi da smaltire. Accusati in processi sommari, impiccati, fatti sparire, ridotti in cenere: un rapporto di Amnesty Internatio­nal, pubblicato a febbraio, calcola che solo a Sednaya siano stati uccisi 13 mila oppositori in 5 anni.

In questa prigione è finito chiunque provi a contrastar­e, mettere in discussion­e, sempliceme­nte irridere il clan che controlla la Siria dal 1970. È da queste celle che nel 2011, a due settimane dalle prime manifestaz­ioni pacifiche, Bashar Assad decide di liberare alcuni detenuti in quella che definisce un’amnistia: sembra un gesto di benevolenz­a verso i manifestan­ti, è già parte della strategia di sopravvive­nza. Da Sednaya escono i leader oltranzist­i più duri, quelli che andranno a formare le brigate fondamenta­liste sunnite. Il regime vuole trasformar­e la protesta in scontro etnico-religioso. Fin da allora Bashar capisce che deve presentars­i al mondo e ai siriani esausti come un elemento di stabilità. Il buco nero di Sednaya gli serve, come è stato per il padre, per spegnere la rivolta politica e allo stesso tempo accendere il caos.

dafrattini

Amnistia Ha fatto uscire i più duri per trasformar­e la protesta in scontro etnico-religioso

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