Un buco nero che Bashar ha usato (anche) per creare il caos
La prigione sta nascosta in cima a un colle di pietre rosse. Le rocce attorno sono chiazzate dallo scuro delle grotte, tra queste montagne millesettecento anni fa i monaci cristiani pregavano in aramaico nel silenzio. Il buco più nero è quello del carcere di Sednaya, a meno di un’ora da Damasco, inghiotte gli oppositori del regime siriano in una tradizione della repressione passata di padre in figlio: i tre edifici che s’intersecano verso il centro — dove svetta la torre di guardia in cemento e metallo — sono stati costruiti da Hafez Assad, il capostipite della dinastia, e affidati ai servizi segreti dell’esercito.
L’architettura dell’orrore sarebbe stata modificata dal figlio Bashar — sostengono gli americani che mostrano le foto scattate dai satelliti — per cancellare le prove dell’eccidio: i forni crematori sono l’orribile, quasi necessaria, conseguenza dell’operazione di pulizia per eliminare i corpi dei condannati a morte. Sono troppi da smaltire. Accusati in processi sommari, impiccati, fatti sparire, ridotti in cenere: un rapporto di Amnesty International, pubblicato a febbraio, calcola che solo a Sednaya siano stati uccisi 13 mila oppositori in 5 anni.
In questa prigione è finito chiunque provi a contrastare, mettere in discussione, semplicemente irridere il clan che controlla la Siria dal 1970. È da queste celle che nel 2011, a due settimane dalle prime manifestazioni pacifiche, Bashar Assad decide di liberare alcuni detenuti in quella che definisce un’amnistia: sembra un gesto di benevolenza verso i manifestanti, è già parte della strategia di sopravvivenza. Da Sednaya escono i leader oltranzisti più duri, quelli che andranno a formare le brigate fondamentaliste sunnite. Il regime vuole trasformare la protesta in scontro etnico-religioso. Fin da allora Bashar capisce che deve presentarsi al mondo e ai siriani esausti come un elemento di stabilità. Il buco nero di Sednaya gli serve, come è stato per il padre, per spegnere la rivolta politica e allo stesso tempo accendere il caos.
dafrattini
Amnistia Ha fatto uscire i più duri per trasformare la protesta in scontro etnico-religioso