Corriere della Sera

Politologo

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movimento La République En Marche; dall’altra parte il rigetto dell’Europa e i populisti».

Quali rischi intravede?

«Come reagiranno gli elettori di sinistra alla nomina di un premier di destra? Questa situazione porterà a una crescita in Parlamento dei deputati della sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon? E se invece la reazione di tanti elettori fosse di scendere in strada? Se il Parlamento diventa un luogo consensual­e dove la destra e la sinistra lavorano insieme, la lotta politica potrebbe spostarsi altrove. C’è il rischio che nasca una opposizion­e extra-parlamenta­re».

Dominique Reynié, 56 anni docente a Sciences Po, dirige la Fondation pour l’innovation politique

Jean-Luc Mélenchon ha rilasciato una dichiarazi­one durissima in cui accusa Macron di cesarismo e di volere i pieni poteri.

«Per Mélenchon questa situazione è formidabil­e. Da una parte una specie di unità nazionale pro-Europa, dall’altra le forze anti-Europa di cui lui punta a diventare il leader, e che al primo turno della presidenzi­ale hanno raggiunto il totale da record del 49,6%. Il FN oltretutto in questa fase è indebolito dalla sconfitta di Marine Le Pen, Mélenchon può approfitta­rne».

Il modello Francia è esportabil­e in altri Paesi, per esempio in Italia?

«Credo che sia l’unico modello possibile oggi per evitare l’esplosione dell’Europa. Ma il suo successo, in Francia, in Italia o altrove, passa per difficili misure interne. Le elezioni legislativ­e saranno cruciali per capire se i francesi sono pronti a seguire il presidente».

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