Corriere della Sera

«Vietato rovinare i libri» Stile (e idee) di un esordiente

Il nuovo premier francese, sindaco di Le Havre, nato socialista, è vicino al conservato­re Juppé. «Più di tutto conta la libertà»

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Il neo primo ministro Édouard Philippe, 46 anni, nel cortile dell’Hotel Matignon, dove il suo predecesso­re Bernard Cazeneuve lo attendeva per il passaggio di consegne ( uno studio di avvocati americani «perché volevo avere un mestiere», ma dopo l’esperienza nel privato torna agli affari pubblici nel 2007 per fare il consiglier­e del suo mentore Alain Juppé, allora ministro dell’Ecologia.

Da sei anni sindaco di Le Havre, da cinque deputato della Seine Maritime, Édouard Philippe è sposato con Edith Chabre, dirigente di Sciences Po, hanno tre figli. Fino al primo turno delle presidenzi­ali Philippe era pressoché sconosciut­o al grande pubblico, poi il suo nome è circolato come possibile premier in caso di vittoria di Macron. Ieri si è affacciato per la prima volta al tg delle 20, per dire che «ci si sente talvolta di sinistra, talvolta di destra. Io mi sento più di destra perché per me il valore cardinale della vita in società è la libertà. Non solo economica ma di pensiero, la libertà di espression­e», aggiungend­o però che «le divisioni di partito non sono mai decisive per l’avvenire della Francia».

Il fatto di essere relativame­nte giovane e poco conosciuto ha consentito finora a Édouard Philippe una libertà di toni poco consueta per un politico di alto livello. Ottimo imitatore del presidente emerito Valéry Giscard d’Estaing — «Versione anziana perché quella giovane non l’ho conosciuta» —, l’impertinen­te Philippe ha scritto due romanzi di fantapolit­ica con un altro ragazzo terribile della politica francese, il direttore della sfortunata campagna di Alain Juppé alle primarie, Gilles Boyer.

Alcuni passi di «Dans l’ombre» poco ispirati alla parità uomo-donna stanno già provocando qualche malumore: di un’avversaria Boyer e Philippe scrivono «aveva l’impercetti­bile aridità delle donne che non saranno mai madri, cuore di uomo in un corpo di donna»; e a proposito di una Marilyn avventura di una notte, «le donne non sono così. Non possono avere voglia di usarvi solo per una notte. Se si mettono a fare come noi, non ne usciremo mai». Se quella è letteratur­a, gli articoli per Libération riflettono il pensiero del nuovo premier. Che il 18 gennaio 2017 scriveva del suo futuro presidente: «Chi è Macron? Secondo alcuni sarebbe il figlio naturale di Kennedy e di Mendès France. Ci permettiam­o di dubitarne. Il primo aveva più carisma, il secondo più principi».

Appassiona­to di boxe (si allena tre volte alla settimana), di Bruce Springstee­n, di Stanley Kubrick e di Alexandre Dumas, Édouard Philippe è chiamato a mettere da parte certe esuberanze del passato e a formare, oggi, il governo.

@Stef_Montefiori

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