Berlusconi cita «Umberto l’eroe»: resti, così frenerà gli estremismi
L’ex premier: sì a un centrodestra unito e liberale, solo i moderati vincono
«Umberto Bossi è un eroe. Ha perso il congresso della Lega ma spero che rimanga lì, anche per riportare a più miti consigli qualcuno che estremizza le discussioni». Silvio Berlusconi arriva nel parco di Monza per lanciare la campagna elettorale di Dario Allevi, candidato sindaco di un centrodestra che sul territorio (e anche nel profondo nord leghista) è più unito che a Roma.
È irritato, il leader di Forza Italia, dalle parole sprezzanti scelte da Matteo Salvini per celebrare la vittoria congressuale proprio contro l’amico Umberto Bossi («Uno che ha sempre mantenuto la parola, dopo le prime incomprensioni»). Ma sull’irritazione prevale, deve prevalere, il realismo politico che impone di non spezzare neanche ora il filo del dialogo col principale alleato. «Ad Arcore hanno sempre trovato cucina eccellente, accoglienza cordialissima e ottime idee», puntualizza piccato l’ex premier, replicando alle affermazioni del leader del Carroccio. Concetto ribadito al passaggio successivo: «L’unità del centrodestra è necessaria, ma bisogna sapersi comportare in modo corretto ed educato», manda a dire al rampante Salvini. Non si farà rottamare, Silvio Berlusconi. Non da Salvini e nemmeno dagli altri leader in circolazione. «Mi guardo in giro e penso che nelle mie aziende non avrei assunto nessuno di loro». Men che meno i portavoce grillini, quell’Alessandro Di Battista e quel Luigi Di Maio che pur senza nominarli descrive come gente «fuori corso», «personaggi che non hanno mai presentato Per il leader Angela Merkel è «l’unica che avrei assunto in una mia azienda» la dichiarazione dei redditi e che al massimo hanno fatto gli steward allo stadio Olimpico o al San Paolo». Parole di miele solo per la cancelliera tedesca Angela Merkel, «l’unica che avrei assunto in una mia azienda». «E quella frase che mi è stata attribuita su di lei — precisa — non potrei nemmeno averla concepita». Ma sempre al centrodestra (italiano) si torna. «Quando ci siamo trovati per il programma ci siamo trovati d’accordo su quasi tutto».
Il dialogo con la Lega può ripartire per esempio dalla flat tax, vecchio pallino di Salvini: un’unica imposta al 23 per cento, però, e non al 15 come vorrebbe il leader leghista. E poi la doppia moneta. «Impossibile uscire dall’euro», auspicabile invece un sistema di doppia valuta, come nel dopoguerra, una soluzione che permetterebbe di far ripartire l’economia e combattere la povertà. L’importante è aver chiaro un concetto: «le estreme non vincono, vincono solo i moderati». Concetto già espresso nell’intervista al Foglio. «La signora Le Pen sconta il limite di tutti i movimenti di destra antisistema — la sua osservazione —. Non soltanto non riescono a vincere, ma dividendo il fronte moderato, favoriscono le sinistre». Una frase che ha subito raccolto la reazione di Giorgia Meloni: «Berlusconi ha torto. Contro certe idee non vince il moderatismo, vince l’inciucione», commenta la leader di Fratelli d’Italia.
Infine, la legislatura e il partito. «È da politicanti pensare al voto anticipato», dice della prima e poi, su Forza Italia: «Non ci sono i soldi per comprare la bandiere», conclude in dialetto brianzolo prima di tuffarsi in una cena di autofinanziamento nella sua Villa Gernetto con 230 imprenditori invitati ai tavoli. A Monza Silvio Berlusconi con Maria Stella Gelmini e il candidato sindaco Dario Allevi
La cancelliera