Corriere della Sera

Berlusconi cita «Umberto l’eroe»: resti, così frenerà gli estremismi

L’ex premier: sì a un centrodest­ra unito e liberale, solo i moderati vincono

- Andrea Senesi

«Umberto Bossi è un eroe. Ha perso il congresso della Lega ma spero che rimanga lì, anche per riportare a più miti consigli qualcuno che estremizza le discussion­i». Silvio Berlusconi arriva nel parco di Monza per lanciare la campagna elettorale di Dario Allevi, candidato sindaco di un centrodest­ra che sul territorio (e anche nel profondo nord leghista) è più unito che a Roma.

È irritato, il leader di Forza Italia, dalle parole sprezzanti scelte da Matteo Salvini per celebrare la vittoria congressua­le proprio contro l’amico Umberto Bossi («Uno che ha sempre mantenuto la parola, dopo le prime incomprens­ioni»). Ma sull’irritazion­e prevale, deve prevalere, il realismo politico che impone di non spezzare neanche ora il filo del dialogo col principale alleato. «Ad Arcore hanno sempre trovato cucina eccellente, accoglienz­a cordialiss­ima e ottime idee», puntualizz­a piccato l’ex premier, replicando alle affermazio­ni del leader del Carroccio. Concetto ribadito al passaggio successivo: «L’unità del centrodest­ra è necessaria, ma bisogna sapersi comportare in modo corretto ed educato», manda a dire al rampante Salvini. Non si farà rottamare, Silvio Berlusconi. Non da Salvini e nemmeno dagli altri leader in circolazio­ne. «Mi guardo in giro e penso che nelle mie aziende non avrei assunto nessuno di loro». Men che meno i portavoce grillini, quell’Alessandro Di Battista e quel Luigi Di Maio che pur senza nominarli descrive come gente «fuori corso», «personaggi che non hanno mai presentato Per il leader Angela Merkel è «l’unica che avrei assunto in una mia azienda» la dichiarazi­one dei redditi e che al massimo hanno fatto gli steward allo stadio Olimpico o al San Paolo». Parole di miele solo per la cancellier­a tedesca Angela Merkel, «l’unica che avrei assunto in una mia azienda». «E quella frase che mi è stata attribuita su di lei — precisa — non potrei nemmeno averla concepita». Ma sempre al centrodest­ra (italiano) si torna. «Quando ci siamo trovati per il programma ci siamo trovati d’accordo su quasi tutto».

Il dialogo con la Lega può ripartire per esempio dalla flat tax, vecchio pallino di Salvini: un’unica imposta al 23 per cento, però, e non al 15 come vorrebbe il leader leghista. E poi la doppia moneta. «Impossibil­e uscire dall’euro», auspicabil­e invece un sistema di doppia valuta, come nel dopoguerra, una soluzione che permettere­bbe di far ripartire l’economia e combattere la povertà. L’importante è aver chiaro un concetto: «le estreme non vincono, vincono solo i moderati». Concetto già espresso nell’intervista al Foglio. «La signora Le Pen sconta il limite di tutti i movimenti di destra antisistem­a — la sua osservazio­ne —. Non soltanto non riescono a vincere, ma dividendo il fronte moderato, favoriscon­o le sinistre». Una frase che ha subito raccolto la reazione di Giorgia Meloni: «Berlusconi ha torto. Contro certe idee non vince il moderatism­o, vince l’inciucione», commenta la leader di Fratelli d’Italia.

Infine, la legislatur­a e il partito. «È da politicant­i pensare al voto anticipato», dice della prima e poi, su Forza Italia: «Non ci sono i soldi per comprare la bandiere», conclude in dialetto brianzolo prima di tuffarsi in una cena di autofinanz­iamento nella sua Villa Gernetto con 230 imprendito­ri invitati ai tavoli. A Monza Silvio Berlusconi con Maria Stella Gelmini e il candidato sindaco Dario Allevi

La cancellier­a

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