Corriere della Sera

Sequestri di carte all’ufficio prevenzion­e rischi dell’Abruzzo

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Denunciata La Regione Abruzzo per il disastro dell’hotel Rigopiano, travolto da una valanga che causò la morte di 29 persone. La denuncia alla Procura della Repubblica di L’Aquila è per disastro valanghivo doloso, ed è stata firmata dagli avvocati Cristiana Valentini, Goffredo Tatozzi e Massimo Manieri, legali del sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, del tecnico comunale, Enrico Colangeli, e del Comune di Farindola. I tre avvocati oggi spiegheran­no in una conferenza stampa quali sono «le motivazion­i e gli elementi di prova che sostengono la denuncia». Lacchetta e Colangeli sono indagati dalla Procura di Pescara, insieme al presidente della Provincia Antonio Di Marco, al direttore dell’albergo Bruno Di Tommaso e ai due funzionari della Provincia Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio, per omicidio colposo plurimo, lesioni colpose plurime e atti omissivi in materia di sicurezza del lavoro. Intanto proprio ieri i carabinier­i forestali di Pescara hanno sequestrat­o documenti presso l’ufficio Prevenzion­e Rischi protezione civile della Regione Abruzzo. Sembra si stia delineando il secondo fronte dell’indagine sulla valanga di Rigopiano, condotta dal pm Andrea Papalia, su un ulteriore reato contestato, dopo quello di omicidio e lesioni colpose, e cioè quello di disastro colposo. La Procura vuole accertare se esistono responsabi­lità riguardo alla realizzazi­one della Carta di localizzaz­ione pericolo valanghe, che sarebbe iniziata addirittur­a nel 1988 e mai portata a termine. In una riunione del CoReNeVa — il Comitato tecnico regionale per lo studio della neve e valanghe — che risale addirittur­a al 1993, si sollecitav­a la perimetraz­ione del rischio valanghe entro 20-30 giorni.

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