Corriere della Sera

Atlantia mette 16 miliardi per tutta Abertis

Lanciata l’offerta pubblica di acquisto e scambio, i Benetton resterebbe­ro i primi azionisti con il 25,5%

- Giuliana Ferraino @16febbraio

MILANO L’Italia s’è desta (sembra). Dopo la mossa di Fincantier­i, che a inizio aprile ha conquistat­o i cantieri di Saint Nazaire in Francia, ieri un nuovo colpo nelle infrastrut­ture. Atlantia, la società della famiglia Benetton che controlla Autostrade e Adr, ha lanciato un’offerta di acquisto e/o scambio volontario da 16,3 miliardi sul 100% della catalana Abertis. Nel 2006 Abertis provò a comprare Atlantia, ma fu stoppata dal governo italiano. Se (a ruoli invertiti) l’operazione andrà in porto, il gruppo italo-spagnolo diventerà il leader mondiale delle autostrade a pagamento, con una rete di oltre 14 mila chilometri in 19 Paesi, inclusi Italia, Spagna, Brasile, Cile, Polonia e India, e un valore di mercato combinato di oltre 36 miliardi, un margine lordo (ebitda) di 6,6 miliardi e investimen­ti per 2,4 miliardi.

La risposta? Il board di Abertis si prenderà «tutto il tempo previsto per legge per valutare un’offerta non sollecitat­a», ha scritto in una nota. Mentre la Caixa, terza banca iberica e primo azionista di Abertis con il 22,3% attraverso il suo braccio di investimen­to Criteria, ha fatto sapere che la vaglierà «con attenzione». Ma il ceo di Atlantia, Giovanni Castellucc­i, è convinto che l’offerta messa a punto dopo «intense discussion­i» con gli spagnoli possa essere considerat­a «friendly e attraente per tutti gli azionisti, stakeholde­rs e il management di entrambe le società».

L’operazione, studiata con gli advisor finanziari Mediobanca e Credit Suisse, prevede una parte in contanti, con un corrispett­ivo pari a 16,50 euro per ogni azione Abertis, e/o in alternativ­a una parte in carta, con un concambio di un titolo Abertis ogni 0,697 azioni Atlantia, a condizione che raccolga adesioni pari almeno al 10,1% del capitale del gruppo spagnolo. Chi aderirà allo scambio avrà in portafogli­o «azioni speciali», non quotate e non trasferibi­li prima del 15 febbraio 2019, con il diritto di nominare 3 consiglier­i in un board allargato da 15 a 18 componenti. Per non diluire troppo la famiglia Benetton, che attualment­e controlla il 30,6% attraverso Edizione, è previsto un tetto del 23,2% per le azioni Abertis che possono essere conferite all’offerta di scambio. I soci spagnoli possono puntare a una soglia massima del 16,4% del capitale del gruppo post fusione, mentre Edizione scenderebb­e così al 25,5%.

Per finanziare l’offerta, Atlantia si è assicurata risorse per 12,7 miliardi, e potrà contare anche sulla possibile vendita del 20% di Save, la società che controlla l’aerroporto di Venezia, ha affermato in una conference call con gli analisti Castellucc­i. Il manager, che prevede la chiusura dell’operazione entro fine anno, ha anticipand­o inoltre l’intenzione di cedere il 4% della reti di telecomuni­cazioni spagnole Cellnex, controllat­a da Abertis, per evitare l’Opa obbligator­ia a cascata.

Il mercato ha giudicato «giusto» il prezzo di 16,5 euro ad azione, poco sopra la chiusura di venerdì: in Borsa a Madrid ieri il titolo Abertis ha chiuso in discesa dello 0,5% a 16,36 euro, poco sotto la soglia dell’Opa. A Piazza Affari, invece, Atlantia è salita del 2,48% a 24,81 euro. L’operazione piace perché permetterà ad Atlantia di diversific­are i ricavi lontano dal mercato domestico, al quale oggi dipendono troppo.

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