Corriere della Sera

Spinta di benzina e alimentari, l’inflazione risale all’1,9%

Il livello più alto da 4 anni. Debito record a 2.260 miliardi

- Francesco Di Frischia

La crescita dei prezzi di beni alimentari, per la cura della casa e della persona (+1,8%), energia elettrica (+5,4), gas naturale (+5,9) e dei trasporti (+5,5) fa schizzare ad aprile il tasso di inflazione dell’1,9% rispetto allo stesso mese del 2016. Lo rivela l’Istat nell’indagine sui prezzi al consumo spiegando che le previsioni parlavano di un +1,8% dopo l’incoraggia­nte dato di marzo (+1,4), mentre su base mensile gli aumenti sono più contenuti(+0,4%).

Se l’inflazione si è messa a correre, sembra che pure il debito pubblico abbia ripreso a crescere facendo segnare un nuovo record: a marzo, secondo il fascicolo «Finanza pubblica, fabbisogno e debito» della Banca d’Italia, il debito delle pubbliche amministra­zioni ha toccato i 2.260,3 miliardi, lievitando di 20,1 miliardi rispetto a febbraio. A innescare questa crescita, precisano da Bankitalia, il fabbisogno della Pa (pari a 23,4 miliardi) solo parzialmen­te compensato dalla diminuzion­e delle disponibil­ità liquide del Tesoro. Guardando ai sotto settori, il debito delle amministra­zioni centrali è cresciuto di 20,3 miliardi, mentre quelle degli enti locali è diminuito di 0,2 miliardi. È invece rimasto sostanzial­mente invariato il debito degli enti previdenzi­ali. Bce La Banca centrale europea, guidata da Mario Draghi (foto), si è data come obiettivo di inflazione per l’eurozona un livello vicino ma inferiore al tetto del 2%

Tornando all’inflazione, quello registrato a aprile è il tasso più alto da oltre quattro anni in Italia, a un passo da quello tedesco (+2%) e in linea con gli obiettivi delle politiche della Banca centrale europea. Dopo il periodo di deflazione del 2016, che oggi appare lontanissi­mo, la ripresa dei prezzi nei paesi dell’Eurozona, infatti, potrebbe complicare le strategie del presidente della Bce, Mario Draghi, volte a difendere le politiche espansive come il «Quantitati­ve easing (Qe)». Inoltre, la ripresa dei prezzi in Italia non è tanto dovuta ai consumi, che nel primo trimestre dell’anno sono rimasti quasi fermi come volume, quanto a fattori esogeni come i prezzi dell’energia e dei trasporti. Ad aprile infatti oltre alla spinta in alto delle tariffe dell’energia elettrica (+5,4%) e del gas (+5,9), l’impennata dei prezzi dei servizi di trasporto è stata causata dalle vacanze di Pasqua e dal ponte del 25 aprile: in queste circostanz­e i biglietti dei traghetti sono quasi raddoppiat­i (+43,1%) rispetto allo scorso anno, ma incrementi molto sostanzios­i li hanno avuti pure i ticket degli aerei (+36,9), mentre i biglietti ferroviari hanno subito aumenti molto più contenuti (+12,4).

Facendo una analisi territoria­le dell’indice dei prezzi, si scopre che, da Bolzano (la più cara d’Italia con un tasso del 2,6%) fino a Bari e Napoli (+2), passando per Venezia (+2,5), Milano (+2,4), Firenze (+2,2), sono addirittur­a 11, tra capoluoghi e Comuni con più di 150 mila abitanti, le città che hanno aumenti non inferiori al 2%. In fondo alla classifica Ancona e Bologna con un’inflazione all’1,2%.

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