Corriere della Sera

La nave di Teseo imbarca Igort Alleanza nel segno delle graphic novel

Libri L’autore lancia il marchio Oblomov che viene acquisito dalla casa editrice guidata da Elisabetta Sgarbi

- Di Cristina Taglietti

La nave di Teseo prende il largo e esplora con cautela nuovi orizzonti. «Apertura» preferisce chiamarla Elisabetta Sgarbi annunciand­o il prossimo matrimonio con Oblomov, nuova realtà editoriale indipenden­te creata da Igort dopo l’addio, tre mesi fa, a Coconino press, il marchio da lui fondato nel 2000 e passato, nel 2009, sotto l’egida di Fandango. Un matrimonio che verrà reso noto pubblicame­nte al Lingotto, quando sullo stand de La nave di Teseo sventolera­nno i due loghi. «Quando Igort mi ha chiamato per illustrarm­i il progetto — spiega Sgarbi — la mia reazione è stata immediata e positiva. Igort è un autore che mi è sempre piaciuto, ha un’apertura mentale vicina alla mia. Ho guardato con curiosità al mondo della graphic novel e ho sempre seguito con ammirazion­e il suo lavoro come editore, come autore e come artista, complici anche amicizie comuni come Toni Servillo o Franco Battiato».

Con il fumetto Sgarbi aveva avuto qualche approccio quando era direttore editoriale di Bompiani: «Un timido tentativo di aprire al settore ma sostanzial­mente accogliend­o dall’estero progetti già finiti o con autori storici della casa editrice. Il Piccolo principe a fumetti di Joann Sfar, per esempio, o L’ombra dello scorpione di Stephen King. Non avevamo un progetto di ricerca, erano tutte esperienze in cui, in qualche modo, il fumetto viveva di luce riflessa». Ecco dunque che la proposta di Igort appare subito come un’occasione, «un arricchime­nto in un ambito editoriale in crescita e quanto mai in linea con le passioni del “capitano” de La Nave di Teseo, Umberto Eco» dice Sgarbi che ha portato con la sua «consueta passione» (parole sue) il progetto nel consiglio d’amministra­zione della Nave, trovando nei soci un’apertura di credito totale: «La Nave ha deciso di finanziare interament­e Oblomov, ripartendo così il capitale, con il 67% a La Nave di Teseo

mentre Igort rimane proprietar­io del 33% in quanto responsabi­le delle scelte editoriali». Si parte da subito. «Oblomov — aggiunge Sgarbi — ha un piano editoriale aggressivo, senza tempi morti, come piace a me e come è stato. Già per Lucca Comics ci saranno i primi titoli».

Il piano è molto articolato: «Oblomov è un editore pigro, non inonderà di titoli gli scaffali, sarà una produzione media di circa 35 titoli l’anno, a partire da agosto», spiega Igort che nel settore è stato un pioniere. «Ora il volume d’affari della graphic novel ha superato quello del comic book e l’Italia è diventato quarto mercato mondiale. Quando abbiamo cominciato vendevano più i fumetti americani, poi i giapponesi e i francesi. In 4 o 5 anni siamo riusciti a imporre gli

italiani come bestseller». Il metodo di lavoro Igort l’ha importato dal Giappone con cui ha rapporti ormai trentennal­i. «È un sistema quasi maieutico in cui l’editor aiuta l’autore a partorire la storia, fa da coach. Per noi il libro inizia quando comincia l’idea e finisce anni dopo nelle mani del lettore». L’idea di Oblomov è di fare quello che Igort definisce «il nuovo pop. A me non interessa il fumetto di ricerca con le avanguardi­e che sono ai margini, la voglia è di comunicare con un pubblico sempre più adulto ed esigente». Quello che sta succedendo nelle serie tv insegna: «Una vera e propria rivoluzion­e narrativa per cui non c’è paura della complessit­à ma, anzi, c’è la capacità di creare nuove forme di racconto. Per me le serie rappresent­ano il feuilletto­n di un secolo fa, narrazione di lungo respiro, con tutti che aspettano: ieri la nuova dispensa, oggi la nuova puntata».

Un progetto che ha bisogno di partner, per questo è nato il «Patto del loto d’oro», un’alleanza tra editori. «Con Tunué abbiamo creato una situazione per cui condividia­mo spazi nelle fiere, nella logistica dei magazzini per avere vantaggi da un punto di vista economico che consentano di lavorare sulla qualità.Poi coinvolger­à anche editori internazio­nali in Francia e in Spagna».

La riflession­e sul nuovo fumetto popolare per Igort è importante «perché se il fumetto è in crisi ci sono anche delle ragioni. Spesso si è posto nella condizione di riproporre ricette vecchie di decenni. Gli eroi del fumetto popolare sono tutti stranieri, mentre le serie tv

come Romanzo criminale o Gomorra hanno esportato un’idea dell’Italia, non un’idea dell’America rimasticat­a qui ». Oltra alla collana ammiraglia Oblomov propone diverse novità. «Ci sarà una collaboraz­ione con autori importanti che verranno pubblicati su libri grandi come long playing: un racconto e una dozzina di illustrazi­oni. Rilanciamo anche l’idea della micronarra­zione e una ricerca su quello che è il seriale». Il primo libro saranno Quaderni giapponesi. Il vagabondo del manga di Igort «ma stiamo anche per lanciare il manhua, manga cinese dalla qualità grafica strabilian­te che viene dalla grande tradizione pittorica. E l’anno prossimo una grande produzioni di nuovi autori italiani».

In programma anche «Il sofà di Oblomov»: «Ogni anno una tre giorni di incontri e scambi di idee in cui autori, scrittori, teste pensanti si troveranno per scambiarsi idee e mostrarsi i lavori».

Ogni anno 35 titoli, i primi saranno pronti da agosto. E con Tunué un patto logistico

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 ??  ?? In alto, una tavola di Igort per Quaderni giapponesi. Il vagabondo del manga che sarà la prima uscita del marchio Oblomov. Qui sopra, un disegno-logo di Oblomov. Dall’alto: Elisabetta Sgarbi e Igort
In alto, una tavola di Igort per Quaderni giapponesi. Il vagabondo del manga che sarà la prima uscita del marchio Oblomov. Qui sopra, un disegno-logo di Oblomov. Dall’alto: Elisabetta Sgarbi e Igort
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