Corriere della Sera

Dumoulin e Nibali sfidano Quintana Una cronometro per ribaltare il Giro

In Umbria 40 km contro il tempo: l’italiano vuole dimezzare lo svantaggio di 1’10’’

- Marco Bonarrigo Gaia Piccardi

«Non fatevi ingannare da curve e saliscendi: l’ho provata stamattina, è una crono velocissim­a. Contro uno specialist­a come Dumoulin posso solo limitare le perdite». Le perdite che Nairo Sfinge Quintana rifiuta di quantifica­re, alla vigilia della 10ª tappa del Giro, toccano i 4” per ciascuno dei 40 chilometri del tracciato, piatto nei 13 chilometri iniziali e ondulato nella seconda parte, con un unico tratto di salita negli ultimi cinque chilometri. Quei 4” al chilometro che separarono colombiano e olandese nella 13ª frazione del Tour 2016, fotocopia di quella umbra di oggi. Se i valori fossero confermati, Tom Dumoulin vestirebbe la maglia rosa virtuale dopo 8 chilometri (ha 30” di ritardo da Quintana in classifica generale) e accumulere­bbe un bottino di 3’ sul traguardo.

Pubblico e organizzat­ori tifano per lui: il Giro d’Italia sarebbe riaperto dopo la mazzata di Nairo sul Blockhaus e spettacolo garantito nei prossimi 10 giorni. La cronometro è la specialità più matematica del ciclismo. Il piccolo Nairo (1,67 x 58 chili) ha un motore che può spingere massimo 360 watt per i 50’ circa della gara: 50 watt in meno del potente (1,86 x 71 chili) Dumoulin. Tutto già scritto? Insomma. Nairo ha lavorato molto contro il tempo in inverno (e potrebbe essere migliorato) mentre Tom è dimagrito per andare più forte in salita (e magari va più piano, considerat­a anche la faticaccia del Blockhaus). Un distacco tra 1’ e 2’ farebbe saltare di gioia i tecnici Movistar.

E Nibali? Con Quintana scarseggia­no i confronti diretti: nel 2016 disputaron­o le crono del Tour alla pari, ma il siciliano non aveva obbiettivi di classifica. «Firmerei — spiega coach Paolo Grande duello Quintana e Nibali alle prese con le pendenze del Blockhaus Quello fra il colombiano e il siciliano è il duello più atteso (LaPresse) Slongo — se Vincenzo guadagnass­e 30/40” su Nairo ma qualunque vantaggio che riequilibr­i il minuto perso sul Blockhaus e faccia partire la rincorsa andrebbe bene. Noi sul piano dell’allenament­o e su quello tecnologic­o non abbiamo trascurato nulla». Comprese un paio di sedute nella galleria del vento di Rho per trovare il migliore assetto con la nuova bici.

Riequilibr­io auspicato anche per Thibaut Pinot, secondo in classifica a 28” da Quintana e molto migliorato contro il tempo e per Bauke Mollema, 4° a 51”. Quella di oggi sarà giornata delicata per Domenico Pozzovivo (6°) e Davide Formolo (8°), che preferireb­bero scalare cinque volte lo Stelvio pur di non salire su una bici da crono. Formolo deve anche difendere la maglia bianca di miglior giovane (unico simbolo del primato vestito da un italiano) da uno specialist­a come Bob Jungels. FOLIGNO 234 m 0 km

minimizza), gli dice: «Vieni con me in Bahrein». Ed eccolo, Giovanni senza terra e senza pace, a spolmonars­i in tutina rossa e blu per il Gattopardo impegnato a preservare i suoi possedimen­ti.

A Peschici, sdoganato dall’ammiraglia Merida, è quasi andato a vincere. Quasi. «Ho ancora molto da dare quando mi lasciano libero». Dopo la crono, da qui alle grandi montagne, tornerà a tirare la lima per Nibali, più volentieri di quanto non lo facesse per Quintana. «La differenza? Nairo vuole sempre dimostrare di essere un campione, in bici e giù dalla bici. Non parla con nessuno, sta per conto suo, non ci diceva nemmeno se aveva due linee di febbre. Non ha amici: ascolta il direttore sportivo e fa, bene, quello che deve fare. Vincenzo è un campione a cui non interessa dimostrarl­o. È tranquillo, amichevole con tutti, non stressa la squadra».

Ieri, dopo il Blockhaus, Giovanni e Vincenzo hanno parlato di tecnologia e mobili dell’Ikea. «Con un minuto di ritardo in classifica, Nairo sarebbe stato giù di morale, muto». Alla Vuelta 2014, Visconti è sbottato con il Condor: «Faceva il padre padrone, erano tutti arrabbiati, io ho avuto il coraggio di dirglielo: a cena si è scusato con la squadra e da allora è un po’ cambiato». Utile in fuga, prezioso in salita, finalmente pacificato. Punta o gregario, sempre con onore. «Vincenzo è Nibali, ma io mi sento un degno corridore».

Senza amici Quintana vuole sempre dimostrare di essere un campione e non ha amici

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