Spinta sul Mattarellum bis. Ma c’è il rebus Senato
Il leader pd: legge a giugno. I 5 Stelle: transfughi per avere il sì a Palazzo Madama. Voci e smentite su un nuovo gruppo
ROMA «Non azzardo numeri sul Senato, ma sono convinto che una maggioranza ce l’abbiamo». Al tramonto di una giornata chiave Ettore Rosato sospira di soddisfazione e non solo perché la nuova proposta di legge elettorale porta il suo nome. Il «Rosatellum», maggioritario e proporzionale in egual dose, spariglia i giochi sulle alleanze e rimette il boccino nelle mani di Renzi, libero di pescare sia alla sua destra che alla sua sinistra.
Il segretario del Pd accelera, scrive su Facebook che «dopo mesi di rinvii» la Camera ha deciso di andare in aula il 29 maggio e di approvare la nuova legge entro i primi di giugno, con i tempi contingentati. Poi l’appello a tutti i partiti, perché passino anche loro dalla melina all’azione: «Non perdete altro tempo... Non prendete in giro i cittadini». Ma se il Pd ha fretta, il presidente emerito Giorgio Napolitano rimette il dibattito sul sentiero tracciato dalla Corte costituzionale: «Evocare un decreto, anche come arma estrema per uscirne tra qualche settimana, credo sia alquanto abnorme».
Comunque si riparte e sul tavolo c’è la legge con cui il Pd ha spedito negli archivi il testo base del centrista Andrea Mazziotti, costretto a cedere il posto di relatore al dem Emanuele Fiano. I cinquestelle ironizzano sul «Verdinellum» e insinuano che Renzi abbia promesso a Denis Verdini una lauta ricompensa in seggi sicuri. «Vogliono fare una legge contro il M5S», attacca Luigi Di Maio. «Al Senato parte il mercato delle vacche» accusa Danilo Toninelli e rilancia le voci su un «nuovo gruppo di transfughi», pronto a votare la legge. Dai suoi calcoli la nuova proposta otterrebbe «188 voti tra Pd, Ala, Gal, Lega, i 27 di Alfano e dieci del nuovo gruppo».
Partito da una dichiarazione del fittiano Rocco Palese, il tam tam del Transatlantico fa rimbalzare fino in Senato i nomi di Quagliariello e Bonfrisco. Finché a sera il primo si tira fuori e assicura che «i dieci senatori aggiuntivi non esistono, perché è una proposta sballata e perché io a Renzi non mi aggiungerò mai». Parole che costringono il Pd ad aggiornare il pallottoliere
Fiano relatore Il dem Fiano relatore, nuovo testo depositato alla Camera dove va verso l’approvazione
conteggiando come voti certi quelli di Lega, Autonomie e Ala, che con i dem raggiungono 141 voti: a questi si potrebbero aggiungere alcuni senatori del Misto e di Gal. La grande incognita è il partito di Alfano, ostile a uno sbarramento superiore al 3%. Fosse così, al Pd non resterebbe che fare scouting tra gli azzurri e offrire una scialuppa a qualche fuoriuscito di Mdp, visto che la soglia di sbarramento è al 5%. Ed ecco il «Rosatellum»: 303 deputati eletti in altrettanti collegi uninominali e 303 eletti col proporzionale, senza scorporo, in listini bloccati di quattro nomi e in 80 circoscrizioni sub regionali. Rosato apre a una coalizione da Ap a Mdp, ma Speranza chiude: «Renzi ha rotto il Pd».