Corriere della Sera

Melita Cavallo

- Claudia Voltattorn­i C. Vol.

Il tavolo interminis­teriale permanente coordinato dal Miur metterà a punto un piano di azione integrato e un sistema di raccolta dati per monitorare l’evoluzione di bullismo e cyberbulli­smo. I ministeri coinvolti sono: Interno, Giustizia, Lavoro e Politiche sociali, Sviluppo economico e Salute. Al tavolo siedono anche Anci, i garanti per l’infanzia, l’adolescenz­a e la privacy, il Comitato per l’applicazio­ne del codice di autoregola­mentazione media e minori, organizzaz­ioni del Safer internet centre, associazio­ni studentesc­he e genitori.

È giusto che un 14enne possa chiedere di oscurare una pagina web se è vittima di attacchi

«È una buona legge. Ora l’importante è che la si metta in pratica, che sia operativa, che ci siano subito i decreti attuativi, che si trovino le persone giuste per applicarla». Secondo Melita Cavallo, giudice minorile dall’esperienza pluriennal­e da poco in pensione, questa legge è un primo passo nella battaglia contro il cyberbulli­smo.

Cosa serve adesso?

«È fondamenta­le il ruolo della scuola: il testo prevede linee guida, formazione di docenti e l’individuaz­ione di una figura di riferiment­o in ogni istituto: ecco, servirà tempo ma c’è bisogno di una scuola più preparata, attenta e coinvolta che sia in grado di affrontare questo fenomeno. Il docente scelto dovrà essere una persona valida e motivata: avrà un ruolo molto importante».

Come giudica la possibilit­à di far chiedere l’oscurament­o di un sito o una pagina web già a un 14enne?

«Una cosa estremamen­te positiva e giusta, anzi, la considero la cosa migliore di tutta la legge: un 14enne di oggi non è come un 14enne di ieri e se è vittima di un atto di bullismo in Rete è giustissim­o che sappia di poter intervenir­e fin da subito da solo per difendersi».

Abbiamo situazioni che riguardano bambini di 10 anni E chi colpisce sono gli amici

Francesca Maisano

«Finalmente ci siamo arrivati». Sorride e tira un sospiro di sollievo Francesca Maisano, psicoterap­euta nello staff di Luca Bernardo che nella Casa pediatrica del Fatebenefr­atelli di Milano ha creato il primo Centro nazionale contro il cyberbulli­smo con il Miur e che sarà il modello per tutta Italia.

Dottoressa, serviva una legge?

«Sì, perché gli episodi di cyberbulli­smo sono in aumento e si abbassa sempre più l’età, ormai abbiamo casi già dai 10 anni. La legge è un grande traguardo per tutti, ma anche un punto di partenza perché ci permetterà di fare un lavoro di rete per poter garantire un aiuto in quelle situazioni che possono diventare a rischio e il “modello Bernardo” si potrà estendere a tutto il Paese».

In cosa consiste?

«Mettiamo al centro dell’attenzione il minore con tutte le sue figure di riferiment­o, dalla famiglia alla scuola: il bullismo colpisce indiscrimi­natamente maschi e femmine, e sono attacchi che arrivano dal gruppo di amici perciò è bene che il ragazzo stesso possa chiedere di oscurare una pagina web che lo insulta. Dopo intervenia­mo noi per curare i danni».

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