Melita Cavallo
Il tavolo interministeriale permanente coordinato dal Miur metterà a punto un piano di azione integrato e un sistema di raccolta dati per monitorare l’evoluzione di bullismo e cyberbullismo. I ministeri coinvolti sono: Interno, Giustizia, Lavoro e Politiche sociali, Sviluppo economico e Salute. Al tavolo siedono anche Anci, i garanti per l’infanzia, l’adolescenza e la privacy, il Comitato per l’applicazione del codice di autoregolamentazione media e minori, organizzazioni del Safer internet centre, associazioni studentesche e genitori.
È giusto che un 14enne possa chiedere di oscurare una pagina web se è vittima di attacchi
«È una buona legge. Ora l’importante è che la si metta in pratica, che sia operativa, che ci siano subito i decreti attuativi, che si trovino le persone giuste per applicarla». Secondo Melita Cavallo, giudice minorile dall’esperienza pluriennale da poco in pensione, questa legge è un primo passo nella battaglia contro il cyberbullismo.
Cosa serve adesso?
«È fondamentale il ruolo della scuola: il testo prevede linee guida, formazione di docenti e l’individuazione di una figura di riferimento in ogni istituto: ecco, servirà tempo ma c’è bisogno di una scuola più preparata, attenta e coinvolta che sia in grado di affrontare questo fenomeno. Il docente scelto dovrà essere una persona valida e motivata: avrà un ruolo molto importante».
Come giudica la possibilità di far chiedere l’oscuramento di un sito o una pagina web già a un 14enne?
«Una cosa estremamente positiva e giusta, anzi, la considero la cosa migliore di tutta la legge: un 14enne di oggi non è come un 14enne di ieri e se è vittima di un atto di bullismo in Rete è giustissimo che sappia di poter intervenire fin da subito da solo per difendersi».
Abbiamo situazioni che riguardano bambini di 10 anni E chi colpisce sono gli amici
Francesca Maisano
«Finalmente ci siamo arrivati». Sorride e tira un sospiro di sollievo Francesca Maisano, psicoterapeuta nello staff di Luca Bernardo che nella Casa pediatrica del Fatebenefratelli di Milano ha creato il primo Centro nazionale contro il cyberbullismo con il Miur e che sarà il modello per tutta Italia.
Dottoressa, serviva una legge?
«Sì, perché gli episodi di cyberbullismo sono in aumento e si abbassa sempre più l’età, ormai abbiamo casi già dai 10 anni. La legge è un grande traguardo per tutti, ma anche un punto di partenza perché ci permetterà di fare un lavoro di rete per poter garantire un aiuto in quelle situazioni che possono diventare a rischio e il “modello Bernardo” si potrà estendere a tutto il Paese».
In cosa consiste?
«Mettiamo al centro dell’attenzione il minore con tutte le sue figure di riferimento, dalla famiglia alla scuola: il bullismo colpisce indiscriminatamente maschi e femmine, e sono attacchi che arrivano dal gruppo di amici perciò è bene che il ragazzo stesso possa chiedere di oscurare una pagina web che lo insulta. Dopo interveniamo noi per curare i danni».