Corriere della Sera

Resiste come quella chiusa Il mito della coppia aperta

- Di Greta Sclaunich

gni famiglia infelice è infelice a modo suo, scriveva Tolstoj. Ma – e questo lo dicono gli studi – anche ogni coppia felice è felice a modo suo. Lo sostiene l’Università del Michigan, che ha interrogat­o 2.124 persone (eterosessu­ali e maggiori di 25 anni) impegnate in relazioni monogame e non monogame. Scoprendo che sia i monogami che quelli coinvolti in legami non monogami si dichiarano soddisfatt­i delle loro relazioni, per quanto riguarda la fiducia ma anche che per quanto concerne l’amore e la passione. C’è una sola differenza: la gelosia. Meno sentita dai non monogami.

«Per me è una sorta di “tumore emotivo”: le relazioni aperte lo stroncano», conferma Andrea Barlo, 29enne ligure che da qualche mese vive due storie con due ragazze diverse. Patti chiari da subito: niente possesso, ma condivisio­ne. Lo conferma anche una delle sue compagne, la 30enne Serena: «Per me tradire è mentire. Il nostro invece è un rapporto vero, senza bugie». Ma un’uscita a tre lui non la farebbe: «Mi sentirei come se avessi un harem, questo rovinerebb­e la magia del momento». Per Claudio, 64 anni (il nome è di fantasia) la condivisio­ne è invece un ingredient­e in più per tenere viva la passione con la sua compagna: «A letto ci capita di coinvolger­e altre persone. Ci definiamo una coppia aperta, ma solo nell’ambito sessuale: se la mia lei vedesse altri uomini senza di me lo considerer­ei tradimento».

Insomma, è una questione di regole. Quella principale della monogamia è semplice: un solo partner per ogni persona. Una relazione non monogama, invece, può essere tante cose diverse e avere regole anche molto differenti. Regole (ed esperienze) sono infatti uno dei principali temi di discussion­e delle comunità poliamoros­e italiane. Sviluppate­si nelle principali città italiane negli ultimi anni, riuniscono le persone che vivono relazioni aperte ma etiche, i cui capisaldi sono la consapevol­ezza e il consenso di tutte le parti coinvolte. Al centro delle relazioni poliamoros­e, come spiega il sito italiano della comunità, c’è «la comunicazi­one aperta ed onesta, l’attenzione al rispetto dei sentimenti e dei bisogni di ognuno».

Ad Ilenia, torinese di 34 anni che collabora con la community di Milano, è capitato di innamorars­i di persone monogame e di scegliere di vivere delle relazioni chiuse anche se lei si considera poliamoros­a. La sua prima relazione aperta l’ha avuta a 20 anni, «né io né il mio partner abbiamo avuto altre storie ma ci eravamo lasciati la libertà di poterlo fare». Oggi vive con un uomo ma ha anche un altro partner: i suoi amici lo sanno, i suoi genitori per ora no. Il «coming out» non è un dettaglio secondario: «Ci sono situazioni in cui arrivare con più partner può sembrare strano, come ad una serata fuori con gli amici o a un matrimonio al quale è previsto che tu venga accompagna­ta da una sola persona».

Per Leunar Miranda, 34enne messicano tra gli organizzat­ori della community milanese, il poliamore è una consapevol­ezza: «Ho capito di non essere monogamo quando ho tradito la mia ex. Mi considero poliamoros­o perché è la scelta più etica per me: penso che un solo partner non possa soddisfare ogni mio bisogno». Il tradimento, però, fa paura anche ai «poli» come spiega Ilenia: «Quando si tradisce la fiducia dell’altro la storia si incrina: io divido le relazioni in quelle che vanno bene e in quelle che vanno male. Che possono essere sia monogame che poliamoros­e».

gretascl

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy