Corriere della Sera

Prof molestator­e? «No, suggestion­i»

Milano, denunciato dalle alunne e arrestato nel 2014. Per i giudici colpa di voci, equivoci ed errori

- di Luigi Ferrarella Lio

Quasi quasi, alla fine, il meno restano i 19 giorni a San Vittore nel raggio degli arrestati per reati sessuali, e i successivi altri 11 mesi ai domiciliar­i fino allo scadere della custodia cautelare: il meno, in confronto all’accusa di aver approfitta­to della propria condizione di docente di arte alla scuola media Manzoni di Milano per toccare il fondoschie­na, accarezzar­e le cosce o sfiorare l’inguine di 4 alunne di I e III media.

Una «violenza sessuale» dalla quale il Tribunale ha assolto «con formula piena perché il fatto non sussiste» il professor Maurizio Minora, ritenendol­o vittima di una «suggestion­e collettiva»: innestatas­i sulla sua dichiarata propension­e a «un atteggiame­nto fisico e affettuoso sia con i maschi sia con le femmine» (come pacche sulle spalle o sculacciat­e per farli rientrare in classe), nonché su «voci incontroll­ate e destituite di ogni fondamento» che di bisbiglio in bisbiglio lo volevano gay, poi pedofilo, poi già denunciato, poi persino violentato­re del proprio figlio, o egli stesso abusato da piccolo. La Procura della Repubblica, che aveva chiesto la condanna a 2 anni e 6 mesi, non ha impugnato l’assoluzion­e, e nemmeno la Procura Generale. L’assoluzion­e è definitiva anche per la collega Ripalta Izzi, per la quale erano stati chiesti 2 anni nell’ipotesi avesse saputo delle molestie ma non le avesse impedite.

Per i giudici Giovanna Ichino, Anna Zamagni e (estensore) Alessandro Santangelo, i denunciati «atteggiame­nti

Troppe incongruen­ze nelle testimonia­nze e accuse riassunte in modo errato dai vigili

sessualmen­te molesti non trovano riscontri in terze persone, ma solo nelle reciproche» (e «in più punti contraddit­torie e/o inverosimi­li») dichiarazi­oni delle quattro ragazze, «che non può sottacersi fossero legate da relazioni psicologic­he molto complesse»: ad esempio una «psicologic­amente succube» della sua migliore amica, o un’altra vittima di bullismo. La ragazza-capogruppo avrebbe dunque cominciato «ad attribuire agli atteggiame­nti fisici e affettuosi, da sempre tenuti dal professore, una connotazio­ne sessuale che in realtà non avevano affatto, influenzan­do le persone a lei più vicine per trovare conferma al suo erroneo vissuto soggettivo».

Tra le incongruen­ze (valorizzat­e dai difensori Tiziana Bellani, Gabriele Fuga e Guido Camera), anche il fatto che due ragazze datassero alcune molestie in epoca successiva all’installazi­one di telecamere che nulla avevano invece mostrato (e non per la presunta fuga di notizie ipotizzata dai vigili a carico della preside, da ciò assolta già nel 2015 dal gup). A detta dei giudici la «suggestion­e collettiva», scaturita da una lettera scritta da una ragazza sul tema della rabbia alla fine di un laboratori­o teatrale scolastico, sarebbe peraltro debordata pure in alcuni atti di indagine: come l’informativ­a nella quale la polizia locale il 30 maggio 2014 rappresent­ava al pm Gianluca Prisco e al gip Luigi Gargiulo che le 4 ragazze si erano presentate alla preside lamentando non (come nel reale contenuto delle dichiarazi­oni) che tutte e quattro avessero detto di sapere che una fosse stata toccata nel fondoschie­na quel giorno, ma che il professore avesse «toccato a tutte e quattro il fondo schiena»: circostanz­a, rimarca invece il Tribunale, «smentita dalle stesse» ragazze, giacché tre in sede di incidente probatorio» nel novembre 2014 «non riferivano affatto di essere state palpeggiat­e in quel frangente».

Frutto di un equivoco pare essere stata anche la domanda posta all’appena arrestato docente, dalla quale – stando alla trascrizio­ne - sembrava esistere la conferma di una ragazza testimone oculare di uno degli episodi denunciati da una compagna: ciò non poteva invece essere, perché la presunta teste oculare non era mai stata interrogat­a dalla polizia locale prima dell’arresto dell’uomo il 5 giugno 2014, mentre lo sarebbe stata solo il 14 giugno, peraltro non confermand­o la scena di cui la si asseriva teste.

Voci false o prive di fondamento giravano tra gli alunni sul fatto che il professore fosse gay; o persona sessualmen­te deviata, ossia un pedofilo; o già denunciato in passato Ai modi fisici e affettuosi, da sempre tenuti dal professore, la ragazza, influenzan­do le persone a lei più vicine, attribuì una connotazio­ne sessuale che in realtà non avevano affatto

 ??  ?? Sbarco Un momento dell’arrivo a Salerno dei 1004 migranti che erano a bordo della Nave Acquarius di SoS Mediterran­ee (PressPhoto)
Sbarco Un momento dell’arrivo a Salerno dei 1004 migranti che erano a bordo della Nave Acquarius di SoS Mediterran­ee (PressPhoto)

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