Corriere della Sera

Sul terrorismo l’unico accordo: non gli daremo tregua Sottoscrit­to l’impegno su scambio di informazio­ni, procedure condivise: «L’ideologia va sradicata»

- G. Sar.

TAORMINA Urge salto di qualità nella lotta al terrorismo. «Risposte ambiziose», come ha detto ieri sera il presidente Sergio Mattarella.

E per il momento questo è l’unico tema che mette d’accordo i sette leader riuniti a Taormina. Il confronto è stato guidato dalla premier britannica Theresa May, ancora irritata per la fuga di notizie sull’attacco di Manchester addebitata ai servizi segreti americani. Ieri sera i capi di Stato e di governo, più Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, presidente della Commission­e e del Consiglio europeo, hanno sottoscrit­to una dichiarazi­one comune. C’è l’impegno a «scambiarsi sempre più informazio­ni, a collaborar­e in modo più intenso, tagliando le fonti di finanziame­nto, ma anche contrastan­do la diffusione dell’ideologia dei terroristi», ha fatto sapere il generale McMaster, il consiglier­e per la Sicurezza Nazionale di Donald Trump.

Theresa May ha delineato il contesto al termine della prima giornata: «Stiamo passando dal campo di battaglia a Internet. Stiamo già lavorando con le società che gestiscono la rete. Qui a Taormina abbiamo concordato una serie di strumenti per potenziare la cooperazio­ne con le società high-tech. Vorremmo vedere, per esempio, meccanismi automatici di segnalazio­ne quando vengono individuat­i messaggi potenzialm­ente pericolosi. Inoltre devono esser controllat­i meglio i forum per evitare che la voce dei terroristi si propaghi sul web. La minaccia dell’Isis si sta evolvendo: perde terreno in Siria e in Iraq, ma i foreign fighter stanno tornando nei Paesi di provenienz­a e usano Internet per diffondere la loro odiosa dottrina».

Sul piano politico la mossa del G7 non è certo una sorpresa. Gran Bretagna, Francia, Germania e Stati Uniti sono stati duramente colpiti nell’ultimo anno. C’è, però, il problema di adottare «standard comuni» su una miriade di questioni operative. Ancora McMaster ha richiamato la necessità di «criteri condivisi per l’archiviazi­one delle informazio­ni». Ma i campi di intervento sono tanti. Contano, per esempio, le misure di prevenzion­e, come i programmi di de-radicalizz­azione dei giovani immigrati di seconda o terza generazion­e. In Italia la proposta di legge in materia è ancora ferma al Senato. Oppure dettagli apparentem­ente secondari, come la tracciabil­ità delle schede telefonich­e.

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Rapporti tesi La premier Theresa May e il presidente Trump

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