«Il Nazareno era un’altra cosa, stavolta più facile fidarsi del Pd Una lista FI-Lega? Mai pensato»
«Noi e il Pd abbiamo dato una risposta alle indicazioni che arrivavano dal presidente Mattarella. Una legge chiara ed efficace, condivisa oltre il perimetro della maggioranza e omogenea tra Camera e Senato. Le condizioni, sulla carta, sono rispettate. Si può arrivare all’approvazione della riforma alla Camera entro giugno e al Senato prima della pausa estiva. Per poi votare in autunno».
Dopo il Nazareno, vi fidate ancora di Renzi?
«Quello era un accordo più complesso, riguardava la riforma della Costituzione e la scelta condivisa del capo dello Stato. Qua siamo di fronte a un’intesa “tecnica”. È più facile fidarsi perché è più facile raggiungere l’accordo».
Paolo Romani, capogruppo di FI al Senato, fissa i paletti dell’«accordone» col Pd che potrebbe portare all’approvazione della riforma elettorale mutuata dal sistema tedesco. E al voto anticipato.
È un Nazareno bis, viatico perfetto per la futura Grande Coalizione?
«Non è così. Chi la vuol mettere in questi termini davanti agli elettori dice una bugia. C’erano degli ostacoli a monte tra le nostre idee e quelle di Renzi e sono stati rimossi. Tra preferenze e collegi, abbiamo scelto i collegi. Tra il maggioritario e un sistema che portasse in Parlamento gli equilibri presenti nel Paese, abbiamo scelto il secondo. Un’intesa sulle regole. Il resto si deciderà alle elezioni».
Sondaggi alla mano, nessuno può sperare di vincere.
«Questo non sta scritto da nessuna parte. E poi, mi scusi, stiamo parlando del sistema elettorale di quel Paese dove ora c’è la grande coalizione?».
Appunto.
«In Germania, però, adesso c’è la campagna elettorale. Non mi risulta che Merkel e Schulz si presentino agli elettori dicendo che dopo il voto tornerà la Grande Coalizione. Al contrario, combattono a suon di ricette diverse. E la Merkel è tornata in grande ascesa».
D’Alema al «Corriere», dice che il «Renzusconi» favorirà Grillo.
«Ho letto in quell’intervista un D’Alema molto incattivito. Eppure dovrebbe ringraziarci. La riforma con lo sbarramento al 5 favorirà il processo di aggregazione della sinistra-sinistra con cui Renzi non vuole più avere a che fare. Processo che senza una legge elettorale come questa sarebbe stato tutt’altro che scontato».
Addio lista unica FI-Lega.
«Quella storia, concretamente, non si è mai aperta. La strada di un listone unico del centrodestra non è mai stata effettivamente praticabile, diciamoci la verità. Con la Lega rimaniamo alleati politici. Non a caso governiamo con loro in Regioni e Comuni. E non a caso alle imminenti amministrative ci presentiamo con gli stessi candidati. Cosa che non succede al centrosinistra».
Abbiamo scelto un sistema che rispecchiasse in Parlamento gli equilibri nel Paese
Nella prossima legislatura?
«Aspettatevi sorprese dal voto. Però con tre poli non potevamo non lavorare su una legge che portasse in Parlamento gli equilibri che ci sono nel Paese. Anche perché la prossima potrebbe essere un’altra legislatura costituente».