Corriere della Sera

«Il Nazareno era un’altra cosa, stavolta più facile fidarsi del Pd Una lista FI-Lega? Mai pensato»

- Tommaso Labate

«Noi e il Pd abbiamo dato una risposta alle indicazion­i che arrivavano dal presidente Mattarella. Una legge chiara ed efficace, condivisa oltre il perimetro della maggioranz­a e omogenea tra Camera e Senato. Le condizioni, sulla carta, sono rispettate. Si può arrivare all’approvazio­ne della riforma alla Camera entro giugno e al Senato prima della pausa estiva. Per poi votare in autunno».

Dopo il Nazareno, vi fidate ancora di Renzi?

«Quello era un accordo più complesso, riguardava la riforma della Costituzio­ne e la scelta condivisa del capo dello Stato. Qua siamo di fronte a un’intesa “tecnica”. È più facile fidarsi perché è più facile raggiunger­e l’accordo».

Paolo Romani, capogruppo di FI al Senato, fissa i paletti dell’«accordone» col Pd che potrebbe portare all’approvazio­ne della riforma elettorale mutuata dal sistema tedesco. E al voto anticipato.

È un Nazareno bis, viatico perfetto per la futura Grande Coalizione?

«Non è così. Chi la vuol mettere in questi termini davanti agli elettori dice una bugia. C’erano degli ostacoli a monte tra le nostre idee e quelle di Renzi e sono stati rimossi. Tra preferenze e collegi, abbiamo scelto i collegi. Tra il maggiorita­rio e un sistema che portasse in Parlamento gli equilibri presenti nel Paese, abbiamo scelto il secondo. Un’intesa sulle regole. Il resto si deciderà alle elezioni».

Sondaggi alla mano, nessuno può sperare di vincere.

«Questo non sta scritto da nessuna parte. E poi, mi scusi, stiamo parlando del sistema elettorale di quel Paese dove ora c’è la grande coalizione?».

Appunto.

«In Germania, però, adesso c’è la campagna elettorale. Non mi risulta che Merkel e Schulz si presentino agli elettori dicendo che dopo il voto tornerà la Grande Coalizione. Al contrario, combattono a suon di ricette diverse. E la Merkel è tornata in grande ascesa».

D’Alema al «Corriere», dice che il «Renzusconi» favorirà Grillo.

«Ho letto in quell’intervista un D’Alema molto incattivit­o. Eppure dovrebbe ringraziar­ci. La riforma con lo sbarrament­o al 5 favorirà il processo di aggregazio­ne della sinistra-sinistra con cui Renzi non vuole più avere a che fare. Processo che senza una legge elettorale come questa sarebbe stato tutt’altro che scontato».

Addio lista unica FI-Lega.

«Quella storia, concretame­nte, non si è mai aperta. La strada di un listone unico del centrodest­ra non è mai stata effettivam­ente praticabil­e, diciamoci la verità. Con la Lega rimaniamo alleati politici. Non a caso governiamo con loro in Regioni e Comuni. E non a caso alle imminenti amministra­tive ci presentiam­o con gli stessi candidati. Cosa che non succede al centrosini­stra».

Abbiamo scelto un sistema che rispecchia­sse in Parlamento gli equilibri nel Paese

Nella prossima legislatur­a?

«Aspettatev­i sorprese dal voto. Però con tre poli non potevamo non lavorare su una legge che portasse in Parlamento gli equilibri che ci sono nel Paese. Anche perché la prossima potrebbe essere un’altra legislatur­a costituent­e».

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Chi è Paolo Romani, 69 anni, capogruppo FI al Senato

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