Camusso e i rumor di un futuro con i bersaniani

La voce gira da giorni, ma ieri si è fatta rappresentazione plastica. La segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, è andata alla Camera per seguire da vicino i lavori della commissione Bilancio. Il tema è quello dei voucher, sul quale la Cgil aveva promosso il referendum abrogativo poi disinnescato dal governo e, ancora adesso, sta investendo molto della sua capacità di mobilitazione. Ma è difficile non cogliere il segnale. La voce è che Camusso possa essere candidata alle prossime elezioni per Mdp, il partito nato dalla scissione del Pd, quello di Bersani e D’Alema. Lei ha già smentito un suo ingresso in politica, dicendo che una volta finito l’incarico alla Cgil si dedicherà alle sua passioni, come la lettura e il mare. Probabilmente smentirà di nuovo. Ma i contatti ci sono stati. E la tentazione pure, basata sul Segretaria Cgil Susanna Camusso

solido rapporto con Guglielmo Epifani, suo predecessore e sponsor al sindacato, oggi tra i padri nobili proprio di Mdp. Qualche indizio in ordine sparso. Sulla questione voucher Mpd e la Cgil hanno tenuto la stessa linea. Nei contenuti e persino nei tempi. Il suo incarico alla Cgil finirà nel 2018, stesso anno delle elezioni politiche, sempre che non arrivino prima. Il limite di 8 anni al mandato da segretario impedisce una sua conferma. Ma sono soprattutto i numeri a sostenere la voce che gira, specie dal punto di vista di Mdp. La Cgil ha cinque milioni e mezzo di iscritti. Il Pd, per farsi un’idea, non arriva a mezzo milione. Sarebbe ingenuo immaginare un travaso diretto di voti dal sindacato alla politica. Ma a un partito appena nato, come Mdp, quel serbatoio di voti deve fare gola e anche parecchio. Ieri la presenza di Camusso alla Camera è stata contestata dal Movimento 5 stelle. Il Pd l’ha difesa. Tra qualche mese, in Parlamento, potrebbero andare meno d’accordo. Nel frattempo lei la tessera del Pd non l’ha rinnovata.