La vittoria di Uber, via libera dal Tribunale
Roma, revocato il blocco in tutta Italia. I tassisti: ora servono nuove regole, intervenga il governo
Uber Black torna operativa in Italia: la piattaforma digitale di auto con conducente segna un altro gol contro i tassisti. Il Tribunale di Roma ieri ha revocato l’ordinanza con la quale il 7 aprile scorso aveva bloccato su tutto il territorio nazionale i servizi Uber Black e affini, gli unici operativi nel nostro Paese. Ancora vietati Uber Pop e Uber X.
La lotta tra Uber e i tassisti inizia il 26 maggio 2015, data in cui il Tribunale di Milano sospende Uber Pop. Poi il 7 aprile scorso con altro ricorso viene bloccato Uber Black perché fa «concorrenza sleale nei confronti dei tassisti». Uno stop che in realtà non era entrato in vigore perché la app era stata autorizzata a funzionare in attesa della pronuncia definitiva. I legali della multinazionale presentano il ricorso, vinto ieri.
Esultano nell’azienda californiana: «Siamo felici di annunciare a tutte le persone e agli oltre mille autisti partner che potranno continuare a utilizzare la nostra applicazione in Italia». E poi aggiungono: «Ora più che mai è forte l’esigenza di aggiornare la normativa». Al fianco di Uber tutte le associazioni dei consumatori. E gli stessi giudici chiedono «un (urgente) intervento del legislatore finalizzato a una riforma complessiva delle norme del settore».
Duri i sindacati dei tassisti, in piazza contro Uber a febbraio con uno sciopero selvaggio di 7 giorni. «La politica e i veri poteri forti hanno avuto la meglio. Un servizio completamente abusivo come Uber Black continuerà a operare in Italia», sottolineano Federico Rolando, di Federtaxi e Alessandro Genovese, segretario di Ugl. «Purtroppo nulla di nuovo — osserva Nicola Di Giacobbe di Unica Cgil taxi —. Il governo dica se vuole un mercato con le regole o le multinazionali del caporalato tecnologico».
«Attendiamo la sentenza della Corte di giustizia europea» ha detto il presidente di Conftrasporto Paolo Uggè.