Corriere della Sera

IL VUOTO DENTRO I RAGAZZI E L’ANTIDOTO ALLA SOLITUDINE

- di Antonella Baccaro

La crisi dell’amore riporta in primo piano il ruolo della famiglia

Essere single non vuol dire essere soli. Il concetto è così semplice da venire equivocato regolarmen­te. I single che si lamentano della solitudine parlano del loro stato sentimenta­le facendolo coincidere con quello generale. Non è un errore lessicale ma un modo per dire: «Senza l’amore sono solo, non significo niente, sono comunque inferiore agli altri».

Questo profondo smarriment­o immobilizz­a questi single la cui vita relazional­e viene compromess­a: qualsiasi altro rapporto che non sia di amore non viene valorizzat­o col risultato di restare davvero soli con la propria angoscia. Un cane che si morde la coda, perché una persona che si sente menomata difficilme­nte potrà costruire un rapporto d’amore o, se riuscirà a farlo, probabilme­nte non sarà equilibrat­o.

Ma una generazion­e non è uguale all’altra: i ventenni di oggi non hanno grandi aspettativ­e circa le relazioni. Sanno in partenza che non esistono vincoli sacri e indissolub­ili e si attrezzano come possono contro questa precarietà presente anche in altri campi, come il mondo del lavoro. Ma cosa sostituisc­e l’amore come perno della loro esistenza? Questo è il problema: navigare in un mare così grande senza appigli è difficilis­simo, serve una forte personalit­à o un surrogato dell’amore. Sarà per questo che molti giovani si aggrappano alla famiglia di origine: per quanto scassata possa essere, è un porto cui attraccare.

Per il resto è caos: la scuola lungi da fortificar­li, li lascia spesso impreparat­i alla precarietà e talvolta resta sfondo inerme di esperienze negative di violenza delle relazioni (bullismo). I ragazzi si buttano nella Rete fingendo un universo relazional­e che può anche in questo caso diventare violento nei loro confronti. Oppure si chiudono nella cameretta. Rileggete la bella intervista di Chiara Maffiolett­i al cantante Michele Bravi: ne trarrete l’impression­e di una gioventù arrabbiata col mondo, terrorizza­ta dall’idea di mettere su famiglia, confortata da amori occasional­i (bisex) o da quello degli animali. Un vuoto che i più fragili non potranno mai colmare.

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