Le banche venete: siamo nelle mani del governo
Le parole di Mion. E Viola: auspico tempi brevi, ma niente previsioni. Popolare Vicenza e Veneto Banca I consigli guardano ad Atlante per l’aumento. Ma Guzzetti: dalle Fondazioni neanche più un euro
Ci sono volute le riunioni straordinarie dei consigli di amministrazione per placare le acque e fare chiarezza sul futuro prossimo della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca.
Le due ex popolari sono al centro di una crisi che non trova soluzione e che alimenta, nell’incertezza, una serie di voci spesso incontrollate. A definire l’infondatezza dei rumors che volevano Fabrizio Viola, amministratore delegato della Vicenza e consigliere della Veneto, prossimo alle dimissioni ci ha pensato Gianni Mion, il presidente dell’istituto berico: «Non c’è nulla di vero», ha tuonato ieri, sottolineando come le due banche siano allineate con il ministro Padoan. «Siamo nelle sue mani – ha detto Mion –. Ci ha chiesto fiducia e non vi sono ragioni per dubitarne. Il ministro ci sta seguendo con grande attenzione e ci rimettiamo a lui».
Il nodo è ricapitalizzazione preventiva da 6,6 miliardi di euro che serve ai due istituti. Il governo dovrebbe concorrere con 3,7 miliardi, il resto dovrebbe arrivare dai privati: 900 milioni dal conto futuri aumenti già versato da Atlante; circa 1 miliardo dai subordinati. Resterebbe scoperta una cifra vicina al miliardo di euro da trovare tra i privati, secondo le prescrizioni della Commissaria europea alla Concorrenza, Margrethe Vestager, anche se ieri il presidente della Veneto, Massimo Lanza, ha sollevato un dubbio: «non abbiamo ricevuto alcuna richiesta ufficiale», ha detto al termine del cda. Ma dove trovare i mille milioni mancanti? Il territorio nordestino ha già visto distruggere oltre 11 miliardi di risparmi trasformati in azioni il cui valore si è polverizzato. E il Fondo Atlante, di Quaestio sgr, ha bruciato la propria dotazione. «Le fondazioni hanno già dato - ha ricordato Giuseppe Guzzetti, promotore di Atlante e presidente dell’Acri –. Non metteremo più un euro». Linea condivisa dal presidente di Cariverona, Alessandro Mazzucco: la sua fondazione non partecipò ad Atlante, ma ha «appena dato 40 milioni alla Popolare di Vicenza comprando una parte della quota di Cattolica assicurazioni, avendo ben chiara la finalità di dare sostegno alla banca».
Nonostante la chiusura preventiva, dalle riunioni dei cda di ieri è uscito il duplice mandato a Viola e a Carrus di sondare Atlante: è un iter chiaro, si torna dall’azionista principale (99%). Così diventa determinante l’intervento del governo. «Stiamo lavorando - ha detto Viola, auspicando tempi brevi per una soluzione - ma non posso fare previsioni».