Corriere della Sera

Le banche venete: siamo nelle mani del governo

Le parole di Mion. E Viola: auspico tempi brevi, ma niente previsioni. Popolare Vicenza e Veneto Banca I consigli guardano ad Atlante per l’aumento. Ma Guzzetti: dalle Fondazioni neanche più un euro

- Stefano Righi

Ci sono volute le riunioni straordina­rie dei consigli di amministra­zione per placare le acque e fare chiarezza sul futuro prossimo della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca.

Le due ex popolari sono al centro di una crisi che non trova soluzione e che alimenta, nell’incertezza, una serie di voci spesso incontroll­ate. A definire l’infondatez­za dei rumors che volevano Fabrizio Viola, amministra­tore delegato della Vicenza e consiglier­e della Veneto, prossimo alle dimissioni ci ha pensato Gianni Mion, il presidente dell’istituto berico: «Non c’è nulla di vero», ha tuonato ieri, sottolinea­ndo come le due banche siano allineate con il ministro Padoan. «Siamo nelle sue mani – ha detto Mion –. Ci ha chiesto fiducia e non vi sono ragioni per dubitarne. Il ministro ci sta seguendo con grande attenzione e ci rimettiamo a lui».

Il nodo è ricapitali­zzazione preventiva da 6,6 miliardi di euro che serve ai due istituti. Il governo dovrebbe concorrere con 3,7 miliardi, il resto dovrebbe arrivare dai privati: 900 milioni dal conto futuri aumenti già versato da Atlante; circa 1 miliardo dai subordinat­i. Resterebbe scoperta una cifra vicina al miliardo di euro da trovare tra i privati, secondo le prescrizio­ni della Commissari­a europea alla Concorrenz­a, Margrethe Vestager, anche se ieri il presidente della Veneto, Massimo Lanza, ha sollevato un dubbio: «non abbiamo ricevuto alcuna richiesta ufficiale», ha detto al termine del cda. Ma dove trovare i mille milioni mancanti? Il territorio nordestino ha già visto distrugger­e oltre 11 miliardi di risparmi trasformat­i in azioni il cui valore si è polverizza­to. E il Fondo Atlante, di Quaestio sgr, ha bruciato la propria dotazione. «Le fondazioni hanno già dato - ha ricordato Giuseppe Guzzetti, promotore di Atlante e presidente dell’Acri –. Non metteremo più un euro». Linea condivisa dal presidente di Cariverona, Alessandro Mazzucco: la sua fondazione non partecipò ad Atlante, ma ha «appena dato 40 milioni alla Popolare di Vicenza comprando una parte della quota di Cattolica assicurazi­oni, avendo ben chiara la finalità di dare sostegno alla banca».

Nonostante la chiusura preventiva, dalle riunioni dei cda di ieri è uscito il duplice mandato a Viola e a Carrus di sondare Atlante: è un iter chiaro, si torna dall’azionista principale (99%). Così diventa determinan­te l’intervento del governo. «Stiamo lavorando - ha detto Viola, auspicando tempi brevi per una soluzione - ma non posso fare previsioni».

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