Corriere della Sera

Lo Stato sociale stretto nella morsa della concorrenz­a

- Di Antonio Carioti

Lo Stato sociale, come dice anche il suo nome, è il prodotto di una stagione storica in cui la dimensione della sovranità statale era molto solida. Tutti i sistemi cosiddetti di welfare sono stati costruiti dalle autorità dei singoli Paesi, nel corso di lunghi decenni, sulla base delle esigenze e delle tradizioni nazionali che li caratteriz­zavano. Di conseguenz­a nell’Europa comunitari­a non sono poche le differenze tra i vari regimi di assistenza e protezione sociale, che si riflettono in maniera incisiva anche nelle condizioni delle finanze pubbliche, assai squilibrat­e tra i diversi membri dell’Unione.

Il guaio è che nel frattempo si è affermata la globalizza­zione, con un deciso inasprimen­to della concorrenz­a mondiale, che ha messo in crisi la capacità dei singoli Stati di governare l’economia. Le politiche nazionali europee sono ormai sottoposte a vincoli molto stringenti, anche per l’introduzio­ne della moneta unica, ed è evidente l’esigenza di coordinarl­e anche sul piano del Fisco e del welfare: impresa quanto mai difficile nell’assenza di un’autorità realmente rappresent­ativa a livello comunitari­o.

Su questo nodo cruciale, molto difficile da sciogliere, si confronter­anno a Milano dopodomani l’economista Giorgio Barba Navaretti e il politologo Maurizio Ferrera in un dibattito organizzat­o dalla Fondazione Corriere della Sera (con il contributo della Fondazione Cariplo e il sostegno di Esselunga), che sarà coordinato dal vicedirett­ore del «Corriere della Sera» Daniele Manca e concluso dal senatore a vita Mario Monti.

Si tratta della quinta tappa della serie «EU. L’Europa dal mito ai suoi primi sessant’anni», ideata e promossa dalla Fondazione Corriere, che ha visto finora incontri sul retroterra storico dell’Ue, sull’euro, sull’immigrazio­ne, sulle istituzion­i di Bruxelles. Il ciclo si concluderà lunedì 5 giugno con un dibattito sul ruolo dell’Ue nello scenario globale cui parteciper­anno il direttore del «Corriere» Luciano Fontana, lo storico ed editoriali­sta Paolo Mieli, il giurista Enzo Moavero Milanesi.

@A_Carioti

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