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tedesco sul carattere inaspettato delle api, Cecilia Bressanelli ci racconta gli animali che lavorano, sì, ma non nell’alveare, bensì al cinema: come i protagonisti della mostra che aprirà a Torino il 14 giugno curata da Davide Ferrario, Bestiale!. Ad esempio il gatto Orangey (il randagio senza nome di Colazione da Tiffany) o l’orca Keiko di Free Willy, o il leopardo accarezzato senza paura da Katharine Hepburn.
Se umanizzare gli animali è umano, il creatore di molte macchine smart, microchip e touch screen, Federico Faggin, spiega nell’articolo di Massimo Gaggi perché non è possibile che l’intelligenza artificiale dei computer batta mai la complessità dell’uomo: La copertina de «la Lettura» numero #287 è stata realizzata dall’artista Antonella Zazzera (Todi, 1976) la nostra coscienza è ancora inarrivabile, anche se le macchine fanno meglio di noi in molti settori lavorativi.
Appunto al lavoro (umano), e precisamente alle ore lavorative nei Paesi dell’Ocse, è dedicata l’infografica di questa settimana, accompagnata da un intervento dello scrittore Cristiano Cavina che racconta la sua esperienza di formazione come garzone, pizzaiolo e infine portalettere non proprio precisissimo nel portare a termine il suo compito. Anzi, diremmo fantozziano. E proprio Fantozzi, o meglio il suo creatore Paolo Villaggio, si racconta a Francesco Cevasco: tra ricordi di De André, di Gassman, dell’Italsider di Genova, confronta a modo suo l’Italia di