Scienza triste? No, se si cala nel quotidiano
Quando nel 2006 fu annunciata la nascita di un Festival dell’economia, a Trento lo scetticismo si diffuse rapidamente. Dedicare alla «scienza triste» alcune giornate fitte di appuntamenti sembrava un vero azzardo. Certo, la proposta arrivava da persone di valore e assoluta competenza (in particolare da Giuseppe Laterza e Tito Boeri con il sostegno di Innocenzo Cipolletta, tra l’altro presidente dell’Università di Trento), ma l’idea di riempire le sale parlando di Pil, bilanci e politiche monetarie ai più risultava velleitaria. Non bastasse, in un territorio dalle solidi radici cattoliche e cooperative, la prospettiva di accogliere a braccia aperte banchieri, manager e cantori del mercato era leggermente indigesta. Fortunatamente, o astutamente, il tema della prima edizione («Ricchezza e povertà») fece capire che la kermesse non era incline ad alcun pensiero dominante e ancor meno disposta a essere palcoscenico di poteri forti. La diffidenza, poi, sparì come d’incanto nel primo giorno della rassegna: non tanto per l’incredibile affluenza di pubblico e le code ordinate per partecipare a ogni evento, ma soprattutto perché spesso si incontravano per strada premi Nobel ed economisti di grido conversare con chiunque ponesse un quesito. Sono proprio questi gli elementi del successo mantenuto nel tempo dal Festival: da un lato, i temi scelti per ogni edizione (da «Capitale umano, capitale sociale» a «Cicli di vita e rapporti tra generazioni», per citarne due) calano i temi economici nella vita quotidiana delle persone; dall’altro, pur coinvolgendo il gotha dell’economia, il Festival ha conservato la caratteristica di essere una sorta di campus aperto, trasformando la città in un insieme di luoghi di incontro animati da quello che i media, guardando al logo della manifestazione, hanno battezzato come il «popolo dello scoiattolo». Per il Trentino, infine, il Festival dell’Economia è anche un modo per riflettere sulle proprie scelte. In ogni edizione, l’argomento scelto ha puntato sull’attualità mondiale ma, allo stesso tempo, su nodi che caratterizzano le politiche locali. Come accadrà quest’anno, visto che l’impegno della Provincia è di continuare a garantire l’accesso a una sanità di qualità per tutti, si tratti di cittadini o di sperduti paesini di montagna.