Diane, eroina già in corsa per la Palma
Èperché l’anno scorso non aveva selezionato Frantz, poi applaudito a Venezia, che quest’anno Cannes ha messo in concorso la nuova opera di Ozon, L’Amant double (L’amante doppio)? Difficile trovare un’altra spiegazione alla selezione di un film così presuntuoso e vuoto, specie di giallo psicoanalitico sulle angosce della 25enne Marine Vacth (ex modella, già interprete di Giovane e bella dello stesso Ozon) che va a vivere col suo terapeuta per scoprire che nasconde troppe cose del suo passato. O forse che lei è incapace di vedere chiaro dentro di sé. Tratto da Lives of the Twins di Joyce Carol Oates (che lo ha pubblicato nel 1987 con lo pseudonimo di Rosamond Smith) il film trascina lo spettatore tra le paure e le fantasie della donna, mentre affastella citazioni e strizzate d’occhio: Hitchcock naturalmente, e poi Cronenberg, De Palma, Lynch, Polanski. Ma commette l’errore che non si può perdonare: gioca sporco con lo spettatore facendogli credere una cosa che poi smentisce. E lascia alla fine la sensazione che tutta questa traballante costruzione sia servita solo per ammirare i corpi nudi dei protagonisti. Molto più lineare il percorso di Aus dem nichts (All’improvviso) di Fatih Akin, storia di Katja (Diane Kruger) cui un attentato porta via il marito e il figlioletto. Non ci vorrà molto a capire le responsabilità di una coppia di neo-nazisti ma le prove non sono schiaccianti e al processo vengono assolti. Come reagirà la donna? Il regista non vuole prendere posizione per la sua scelta radicale, ma a farlo — nemmeno tanto implicitamente — è il film, favorendo l’immedesimazione con lo strazio e la voglia di vendetta della madre. Si può rimproverare alla sceneggiatura il suo schematismo narrativo (i simpatici sono tutti da una parte, gli antipatici tutti dall’altra) ma è soprattutto il suo crescendo emotivo che non lascia scampo. È la Kruger l’eroina del film e in suo nome — e in nome di un’interpretazione che la porta in cima ai pronostici per la Palma come migliore attrice — Fatih Akin sacrifica tutto, a cominciare dai dubbi sulle sue azioni.