Tutti contro tutti
Giro apertissimo: Quintana strappa la maglia rosa a Dumoulin, Nibali regge all’assalto di Pinot, in 4 in meno di un minuto
Attento al karma, aveva ringhiato Nibali a Dumoulin, improvvisamente bauscia sulla via di Milano. E karma sia. Sottovalutare la discesa da Cima Sappada, dopo l’alimentazione sbagliata in altura sullo Stelvio, è il secondo errore che torna indietro a Tom Dumoulin come un boomerang. La Sunweb sgomma mentre l’orange è distratto in fondo al gruppo dei migliori (si vociferava di una sosta pipì, smentita), i girini si sparpagliano sogghignando: restare nei primi venti, con almeno due compagni accanto, è l’abc di ogni maglia rosa del Giro.
Il ribaltone di Piancavallo, Quintana che con un colpo d’ali si prende la classifica, nasce là, ai confini con il Friuli, quando Dumoulin accusa un minuto di ritardo e comincia a inseguire, protagonista di un elastico sfinente che darà i suoi frutti lungo i 15,4 km (1.131 m di dislivello) della salita su cui Pantani nel ’98 lavorò ai fianchi Tonkov e Zuelle. Non è furbo e nemmeno fortunato, il bel Tom, cui il gruppo fa di tutto per ricacciare in gola la sbruffonaggine («Sarei felice se Nibali e Quintana scendessero dal podio»). Fora, riparte. Ha sete, chiede una borraccia. Lui è solo con Ten Dam e Geschke mentre la Movistar viaggia compatta come un treno, Nibalino ha accanto il fedele Pellizotti ringiovanito di vent’anni e Landa, il magnifico perdente di Bormio e Ortisei, si spolmona a caccia di un risarcimento che troverà in vetta, fuggiasco felice a distanza di sicurezza dalla bagarre che si scatena dietro, un corpo a corpo tra gli uomini di classifica.
«Ho sbagliato io a rimanere arretrato e poi ho avuto un problema di gambe: è stato il giorno peggiore del mio Giro». La crisetta di Dumoulin è benzina per Quintana, Nibali e