Corriere della Sera

Attacchi e agguati, sul Grappa si decide quasi tutto

La missione di Quintana e Nibali: guadagnare oggi 2’ e poi difendersi nella cronometro

- Marco Bonarrigo

Durante la tappa, cronometro in mano, sono davanti alla tv ad annotare dettagli che sfuggono agli spettatori: watt, metri di dislivello, colpi di pedale, battiti del cuore. Poi si spostano al computer per confrontar­e i dati che i loro atleti spediscono dopo la tappa con quelli dei rivali, stimati o scaricati dai social network specializz­ati. La sera consegnano responsi ai direttori sportivi.

Ogni grande squadra di ciclismo ha in organico un esperto di analisi della performanc­e che ieri, nella tappa del grande rimescolam­ento, ha lavorato sodo per definire il campo di battaglia della sfida di oggi. Quanto va più piano il Dumoulin di Piancavall­o rispetto a quello (irresistib­ile) di Oropa? Quanto può perdere sul Monte Grappa? Che margine di migliorame­nto ha Pinot? Ci fa o ci è Nairo Quintana?

Pinot, ieri il più veloce, ha scalato 1.720 metri/ora: dopo tre settimane ha gambe ancora molto buone. È lui il più in forma. La differenza tra il francese e Nibali è del 2%, un’inezia. Dumoulin, invece, ha perso un 10% di potenza rispetto alle prime settimane. Ma se l’olandese resta sui valori di ieri e non cala ancora ha un margine minimo per salvarsi a cronometro.

«Il pubblico si aspetta lo scatto decisivo — spiega Vincenzo Nibali — e se nessuno di noi ci riesce è perché abbiamo raschiato il fondo del barile. Bisogna fare attenzione a non sprecare nemmeno uno scatto». La Pordenone-Asiago, ultima tappa in linea del Giro 100, si annuncia come match

Corsa al buio Dumoulin non ha nemmeno studiato in video la tappa odierna: una leggerezza

tra pugili sfiniti a caccia di una vittoria ai punti. Una classifica generale così corta non si vedeva da anni: sei atleti in novanta secondi. C’è uno specialist­a della cronometro (Dumoulin) che deve perdere il meno possibile per sfruttare il bonus di domani a Monza, ci sono due scalatori puri (Pozzovivo e Quintana) che devono guadagnarn­e il massimo e due ibridi come Nibali e Pinot che devono stare in mezzo. La Barhain di Nibali è quella che ha studiato meglio il tracciato e sa come muoversi. Vincenzo sente il fiato di Pinot sul collo ma ha ormai a tiro Dumoulin e Quintana. Di perdere il podio

al siciliano interessa poco: se oggi c’è da rischiare per vincere il Giro ci proverà. La 20ª tappa è un mistero per tutti, Dumoulin non l’ha vista nemmeno in video: una grossa leggerezza per un aspirante vincitore. La scalata del Monte Grappa da Feltre, inedita, è a 68 chilometri dal traguardo. È una salita infinita (24 chilometri, oltre un’ora di fatica) che alterna tratti duri ad altri in cui si rifiata. La discesa su Valstagna, dove inizia la salita finale, è ripida e molto tecnica. Chi vuole staccare Dumoulin dovrà infilare qualche gregario valido in una fuga iniziale che potrebbe partire sul Muro di Ca’ del Poggio, uno strappetto­rasoio piazzato poco dopo il via. Poi non ci saranno alternativ­e: il grande attacco dei big deve iniziare sul Grappa e proseguire in discesa. La salita di Foza da sola non basterà a sfinire l’olandese.

Per vincere il Giro Quintana e Nibali devono guadagnare almeno due minuti su Dumoulin sul traguardo di Asiago. Il siciliano deve recuperare 30” sul colombiano, più lento di lui a cronometro. Il Giro si gioca sui secondi, ma in corsa non si dovranno fare conti da ragioniere.

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(Ansa) Vincitore Mikel Landa, 27 anni, primo a Piancavall­o

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