Attacchi e agguati, sul Grappa si decide quasi tutto
La missione di Quintana e Nibali: guadagnare oggi 2’ e poi difendersi nella cronometro
Durante la tappa, cronometro in mano, sono davanti alla tv ad annotare dettagli che sfuggono agli spettatori: watt, metri di dislivello, colpi di pedale, battiti del cuore. Poi si spostano al computer per confrontare i dati che i loro atleti spediscono dopo la tappa con quelli dei rivali, stimati o scaricati dai social network specializzati. La sera consegnano responsi ai direttori sportivi.
Ogni grande squadra di ciclismo ha in organico un esperto di analisi della performance che ieri, nella tappa del grande rimescolamento, ha lavorato sodo per definire il campo di battaglia della sfida di oggi. Quanto va più piano il Dumoulin di Piancavallo rispetto a quello (irresistibile) di Oropa? Quanto può perdere sul Monte Grappa? Che margine di miglioramento ha Pinot? Ci fa o ci è Nairo Quintana?
Pinot, ieri il più veloce, ha scalato 1.720 metri/ora: dopo tre settimane ha gambe ancora molto buone. È lui il più in forma. La differenza tra il francese e Nibali è del 2%, un’inezia. Dumoulin, invece, ha perso un 10% di potenza rispetto alle prime settimane. Ma se l’olandese resta sui valori di ieri e non cala ancora ha un margine minimo per salvarsi a cronometro.
«Il pubblico si aspetta lo scatto decisivo — spiega Vincenzo Nibali — e se nessuno di noi ci riesce è perché abbiamo raschiato il fondo del barile. Bisogna fare attenzione a non sprecare nemmeno uno scatto». La Pordenone-Asiago, ultima tappa in linea del Giro 100, si annuncia come match
Corsa al buio Dumoulin non ha nemmeno studiato in video la tappa odierna: una leggerezza
tra pugili sfiniti a caccia di una vittoria ai punti. Una classifica generale così corta non si vedeva da anni: sei atleti in novanta secondi. C’è uno specialista della cronometro (Dumoulin) che deve perdere il meno possibile per sfruttare il bonus di domani a Monza, ci sono due scalatori puri (Pozzovivo e Quintana) che devono guadagnarne il massimo e due ibridi come Nibali e Pinot che devono stare in mezzo. La Barhain di Nibali è quella che ha studiato meglio il tracciato e sa come muoversi. Vincenzo sente il fiato di Pinot sul collo ma ha ormai a tiro Dumoulin e Quintana. Di perdere il podio
al siciliano interessa poco: se oggi c’è da rischiare per vincere il Giro ci proverà. La 20ª tappa è un mistero per tutti, Dumoulin non l’ha vista nemmeno in video: una grossa leggerezza per un aspirante vincitore. La scalata del Monte Grappa da Feltre, inedita, è a 68 chilometri dal traguardo. È una salita infinita (24 chilometri, oltre un’ora di fatica) che alterna tratti duri ad altri in cui si rifiata. La discesa su Valstagna, dove inizia la salita finale, è ripida e molto tecnica. Chi vuole staccare Dumoulin dovrà infilare qualche gregario valido in una fuga iniziale che potrebbe partire sul Muro di Ca’ del Poggio, uno strappettorasoio piazzato poco dopo il via. Poi non ci saranno alternative: il grande attacco dei big deve iniziare sul Grappa e proseguire in discesa. La salita di Foza da sola non basterà a sfinire l’olandese.
Per vincere il Giro Quintana e Nibali devono guadagnare almeno due minuti su Dumoulin sul traguardo di Asiago. Il siciliano deve recuperare 30” sul colombiano, più lento di lui a cronometro. Il Giro si gioca sui secondi, ma in corsa non si dovranno fare conti da ragioniere.