Due tappe per decidere la corsa rosa
soprattutto Pinot, il francese très chic che carbura lento in montagna: Squalo e Condor avanzano a scatti nervosi, più preoccupati di marcarsi che di attaccare, Zakarin è un puntino rosso impazzito ma non abbastanza e allora ci prova lui, Thibaut da Melisey, Alta Saona. Rompe gli indugi (altrui) e va a prendersi tempo prezioso da infilare nel tascapane per la tappa di oggi, la madre di tutte le battaglie sul Monte Grappa.
Quattro uomini in 53 secondi a due giorni dal traguardo di OGGI PORDENONE 37 m 0 km 30,5 37,3
DOMANI MONZA (Autodromo Nazionale) 185m 0 km In rosa Nairo Quintana festeggia sul podio di Piancavallo: il colombiano, 27 anni, prova ad aggiudicarsi il suo secondo Giro d’Italia, dopo il trionfo del 2014. Quintana è uno specialista delle grandi corse a tappe: ha vinto la Vuelta lo scorso anno, ha conquistato tre podi (2° nel 2013 e nel 2015, 3° nel 2016) al Tour de France (Ipp) ASIAGO 1.002 m Piazza Duomo sono le pepite d’oro che il Giro cento estrae dalla sua miniera di bellezze. Quintana torna in rosa come sul Blockahus, non riesce più a fare la differenza in montagna con lo scatto secco però pare aver ritrovato smalto: «Di certo 38’’ di vantaggio non mi bastano per conquistare la corsa. Ho una squadra forte: abbiamo l’obbligo di guadagnare su Dumoulin, che a cronometro è il migliore». L’orange, che ieri ha perso 1’09’’, è piegato ma non spezzato: «Se oggi rimango attaccato, posso ancora vincere il Giro». Nibali a 43’’ dal colombiano deve correre con lo specchietto retrovisore perché Pinot, quarto, adesso è a soli 10’’: «Tutti proveranno l’azione singola per arrivare alla partenza della crono con un buon bottino. Con ritmi così alti, a Piancavallo è stato impossibile andare via. Bravo Pinot che ci è riuscito. Dumoulin? Si è scusato con me: ripartiamo daccapo».
Una formale stretta di mano al foglio firma. Ma non è con le buone maniere che si seduce questo Giro.