La procura offre il patteggiamento alla Juve Posizioni lontanissime, se ne riparla fra 3 mesi
L’udienza è terminata con un niente di fatto. Tra la Juve e la procura federale sono cominciate le prove di patteggiamento, ma quasi certamente il processo ad Andrea Agnelli, ai dirigenti Merulla e D’Angelo e all’ex direttore marketing Calvo per la vicenda dei biglietti agli ultrà ripartirà il 15 settembre, fra oltre tre mesi. Il primo round, al tribunale federale nazionale presieduto da Cesare Mastrocola, è servito solo ad allungare i tempi del dibattimento. Le parti si sono lasciate con la promessa di valutare la possibilità di patteggiamento, ma sono su posizioni lontanissime, inconciliabili. Giuseppe Pecoraro, che pure ha maturato l’idea che Agnelli non avesse consapevolezza della possibile natura di n’dranghetista di Rocco Dominello, è intenzionato a chiedere pene severe (un anno di inibizione, forse addirittura due) per quello che considera bagarinaggio sistematico, attraverso cinque anni e 150 mila biglietti finiti nelle mani degli ultras. Mentre la Juve ribadisce la propria posizione, cioè la triangolazione con lo Stato: tutto è stato fatto di comune accordo con le forze dell’ordine per mantenere la pace in curva. La procura aspetta. La Juve valuterà il patteggiamento che, in ogni caso, vuol dire ammettere una colpa. La sensazione è che ognuno resterà sulle proprie posizioni e il 15 settembre il processo ripartirà da zero.