Corriere della Sera

Al G7 un mini accordo sul commercio Divisi sul clima, Trump prende tempo

Il premier italiano: «Accordo sul terrorismo, equilibrio sul commercio». Gli sherpa Usa emendano il documento finale. E nessuno fa domande sulla Russia, mentre a Washington crescono le critiche

- Sarcina

Dal G7 di Taormina raggiunto un «compromess­o» sul commercio mondiale. Mentre sul clima le posizioni restano divergenti. «Abbiamo preso atto — spiega il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni — che gli Usa sono ancora in fase di revisione della loro politica. Mi auguro che questa fase si concluda presto e bene».

E la cancellier­a Angela Merkel sottolinea che sul tema dei cambiament­i climatici il vertice è stato «insoddisfa­cente».

Un solo concreto passo avanti sul terrorismo. Per il resto Donald Trump ha ridimensio­nato le ambizioni del G7 a guida italiana che si è concluso ieri a Taormina. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni si è mosso con prudenza, senza ansie da prestazion­e, per costruire il consenso sui tre punti fondamenta­li: scambi commercial­i, protocollo di Parigi sul clima, immigrazio­ne. Ecco il suo bilancio: «Il confronto è sempre utile, aiuta a individuar­e convergenz­e quando possibili e rende chiare le differenze quando ci sono. Il risultato più importante è stato sul terrorismo, anche per il passaggio in cui si chiede ai grandi provider di Internet di rimuovere tempestiva­mente tutti i contenuti che possano promuovere o amplificar­e mediaticam­ente gli atti terroristi­ci». Sul commercio, dice Gentiloni, «si è raggiunto un equilibrio positivo, sgomberand­o il campo dall’idea che chi voglia tutelare categorie e forze più colpite dalla globalizza­zione sia necessaria­mente a favore di una radicale chiusura protezioni­stica».

Nel comunicato finale, però, sono state accolte le obiezioni principali di Donald Trump. La frase «lotta contro ogni forma di protezioni­smo» è diventata

Confermate le misure contro Mosca ma il G7 si dice disponibil­e a negoziare col Cremlino

«lotta contro il protezioni­smo». Ed è facile riconoscer­e lo slogan del presidente americano nella riga sul «commercio libero, corretto e con reciproco vantaggio».

Anche sull’immigrazio­ne sono passati gli emendament­i degli sherpa americani. Molte belle parole sulla «necessità di assistere i rifugiati», ma poi ciascun Paese manterrà «il diritto sovrano di controllar­e i propri confini e di sviluppare politiche tenendo conto dei propri interessi nazionali e della propria sicurezza».

Sul clima, infine, l’accordo di Parigi è per il momento azzoppato e toccherà agli esperti valutare se abbia ancora un impatto efficace sul riscaldame­nto del pianeta. Trump annuncia in un tweet che deciderà in una settimana e gli altri sono costretti ad abbozzare o, meglio, «a capire il processo in corso».

Ci sono tanti modi per leggere e interpreta­re politicame­nte le carte di un G7. Alcune formule, quelle concordate con estenuanti negoziati, sono fatte proprio a questo scopo. Però ci sono pochi dubbi su chi lascia Taormina con più soddisfazi­one di altri. Trump torna a Washington con la giusta convinzion­e di aver confermato la leadership americana, nonostante la traballant­e reputazion­e interna. Nessuno, per altro, ha osato chiedergli quali siano le sue reali intenzioni con Vladimir Putin. Così, almeno, hanno riferito i consiglier­i della Casa Bianca ai giornalist­i: Herbert Raymond McMaster, sicurezza nazionale, Gary Cohn, economia. La cancellier­a tedesca Angela Merkel e il neo presidente francese Emmanuel Macron si sono molto lamentati, anche pubblicame­nte, per il passo indietro sull’ambiente. Ma, a quanto risulta, hanno accuratame­nte evitato il problema numero uno che da mesi si para davanti all’Occidente: che fare con Putin?

Nel documento finale qualche traccia c’è. Nel paragrafo sull’Ucraina i Sette confermano le sanzioni contro la Russia, minacciano di appesantir­le, ma si dicono «disponibil­i a impegnarsi» in un negoziato con il Cremlino. Più o meno lo stesso discorso vale per la Siria. Se Mosca «è disposta a usare la sua influenza positivame­nte» su Bashar Assad (non citato), il G7 «è pronto a lavorare insieme per risolvere il conflitto» in quel Paese.

Un fraseggio che segnala come Trump abbia seminato una certa ambiguità sulla Russia anche a Taormina.

 ??  ?? Il bacio Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump bacia la moglie Melania alla base navale di Sigonella, dopo la conclusion­e del G7 e prima della partenza per Washington (Reuters/Darrin Zammit)
Il bacio Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump bacia la moglie Melania alla base navale di Sigonella, dopo la conclusion­e del G7 e prima della partenza per Washington (Reuters/Darrin Zammit)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy