Lupi avverte: giù la soglia o le fiducie se le voteranno altri
«Non andremo con il piattino in mano da nessuno». È un avviso a Renzi, presidente Maurizio Lupi?
«Se la legge elettorale viene fatta contro un pezzo della maggioranza, ognuno di conseguenza farà le sue scelte».
Domani, al faccia a faccia con Renzi, Alfano minaccerà di tenersi «le mani libere» rispetto al governo?
«Come prima cosa noi di Ap chiederemo a Renzi di fare una buona legge, tenendo presente non la rappresentatività dei piccoli partiti, ma la volontà dei cittadini. Per superare lo sbarramento del 5% devi avere più di due milioni di voti, se ne prendi un milione e 999 mila quei cittadini
non avranno rappresentanza». Se la soglia non scende, non voterete il «tedesco»?
«Se lo voteranno Forza Italia e altri soggetti. Ma poi mi auguro che Forza Italia voti tutti gli altri decreti e le fiducie che ci saranno, da qui alla fine della legislatura». Minaccia di non votare più la fiducia?
«Non è questione di minacce, perché noi ci siamo sempre assunti la responsabilità. Ma non credo che lo sbarramento resterà al 5%, prima per una questione di buon senso e poi perché non stiamo eleggendo il portiere del mio condominio. Per trovare una mediazione serve
un confronto serio». Il confronto lo stanno facendo Renzi e Berlusconi...
«Abbiamo sempre detto che la legge elettorale doveva essere il più possibile condivisa. Il paradosso è che la condivisione avviene con le opposizioni, mentre chi sostiene questa maggioranza sembra non essere neppure ascoltato dal Pd. Questo è un principio elementare
di qualsiasi regola di buonsenso. Prima si arriva a un testo condiviso nella maggioranza e poi si allarga all’opposizione». Il Pd ha in tasca l’accordo con FI, Lega e M5S?
«Il Pd ha più volte detto di avere in tasca tantissimi accordi, dal governo con i cinquestelle nel 2013, fino alle unioni civili, sempre con il M5S. La cosa inaccettabile è che un milione e 250 mila cittadini non abbiano il diritto di rappresentanza. Possiamo studiare qualunque sistema, ma dobbiamo porci il problema di questo 3% di elettori». Cosa proporrete nel confronto con Renzi?
«La nostra proposta è ancora
Il confronto avviene con le opposizioni mentre chi sostiene la maggioranza sembra neppure essere ascoltato dal Pd
valida. Un sistema proporzionale con un premio terrebbe assieme governabilità e rappresentanza».
Il braccio di ferro sui voucher è una strategia per andare al voto anticipato?
«Non credo che Renzi stia seguendo questa strategia. Tra l’autunno e marzo ci sono 4 mesi e l’obiettivo non lo si ottiene con i ricatti. Reintrodurre qualcosa è meglio di niente, ma stiamo attenti, qualcuno i decreti e le leggi li dovrà pur votare». Un consiglio a Renzi?
«I risultati si ottengono con la politica, non con il braccio di ferro».