Corriere della Sera

Quel dispositiv­o tolto dopo 2 mesi «Era fortemente disturbant­e»

- G.Fas.

Era fastidioso. «Fortemente disturbant­e» dice l’ordinanza con la quale il giudice ha deciso di rimuoverlo dopo nemmeno due mesi dalla sua applicazio­ne. È l’unico caso conosciuto di braccialet­to elettronic­o applicato a uno stalker che è stato allontanat­o dalla casa familiare dopo gravi minacce e lesioni contro la moglie. Poche settimane di prova e alla fine (un paio di mesi fa) è stato il pm a chiedere al giudice di modificare il dispositiv­o. Non più un apparecchi­o per lui e uno gemello per lei che lanciasse l’allarme se lui non rispettava le distanze imposte dal giudice, ma un device soltanto per l’imputato, capace di allertare le forze dell’ordine davanti alla violazione del divieto di avviciname­nto.

Siamo in un piccolo Comune del Veneto e la signora in questione è madre di due bambine. Quando ha accettato di portare con sé l’apparecchi­o

gemello non ha immaginato nemmeno una controindi­cazione. Ma alla prova dei fatti quel telefonino si è rivelato invasivo. «La limita nei movimenti e suona con grandissim­a frequenza», ha scritto il giudice quando ne ha revocato l’uso nonostante lei sarebbe stata disposta a tenerlo pur di sentirsi più sicura.

«Non è stata una passeggiat­a», dice il suo avvocato, Matteo Lazzaro. «Per il solo fatto di funzionare dava un segnale ogni minuto o due, giorno e notte. Lei ha dovuto dare spiegazion­i alle figlie minorenni. C’è poi il fattore psicologic­o: ogni suono ricordava che nella sua vita c’era quel problema con quella persona».

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