Luisa Rita Glielmo
Caro Aldo, purtroppo noto che anche un quotidiano serio come il Corriere della Sera non dimentica di ricordare, anche nella foto ufficiale delle First Lady scattata il 27 maggio in occasione del G7 di Taormina, che la signora Macron, ovvero Brigitte Trogneux, ha 24 anni più del marito, il presidente della Francia. Non sarebbe il caso di smettere e guardare a tutte le donne con rispetto ed eventualmente citarle per quanto di positivo fanno accanto o insieme ai loro «maritini»?
Milano Cara Luisa Rita, è vero che ricordare l’età di una signora non è elegante; ma Brigitte Trogneux è un personaggio pubblico. E la sua storia con Emmanuel Macron mi pare una conferma che «amor omnia vincit». Perché tacerla?
TONI BERTORELLI
Una straordinaria interpretazione nel ruolo di cardinale Caro Aldo, certo siamo tutti dispiaciuti per la morte dell’attore Toni Bertorelli, che ultimamente interpretava il cardinale Caltanissetta nella serie tv di Paolo Sorrentino. Mi chiedo però da spettatore quale sia il motivo che ha spinto il regista a dare a un cardinale il corpo di un uomo già evidentemente malato. Se vi sia stata cioè una valorizzazione delle qualità dell’attore o — e sarebbe grave — una precisa intenzione di descrivere la «malattia» della Chiesa impiegando un ammalato, sfruttando in tal modo la sua malattia. Le scelte artistiche godono della insindacabilità ma possono naturalmente essere non condivise. Franco Prisciandaro
Bari Caro Franco, lei si è risposto da sé. La libertà artistica trova il suo unico limite nel codice penale. Ovviamente anche noi spettatori siamo liberi di giudicare. Personalmente ho trovato l’interpretazione di Toni Bertorelli straordinaria (come già in Romanzo criminale), e molto felice per la scelta di Paolo Sorrentino. Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a «Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579
Un amore che ha vinto proprio su tutto: perché tacerlo?
lettere@corriere.it letterealdocazzullo @corriere.it
Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere» @corriere
Caro Aldo,
la bella Sicilia è al centro dell’attenzione di tutto il mondo. La nostra splendida terra ha superato la prova, ha ospitato i Sette Grandi. Dimostriamo anche dopo che i siciliani, se vogliono, sanno rimboccarsi le maniche e non si fermano solo a un’operazione di facciata, nascondendo sotto il tappeto i problemi che ci attanagliano. Sarebbe un errore gravissimo. E noi non vogliamo più essere presi in giro, siamo stanchi di parole vuote, corruzione, intrallazzi, sceneggiate.
Caro Raffaele,
ICatania
l successo organizzativo di Taormina e le immagini meravigliose trasmesse in tutto il mondo possono inorgoglirci, ma non ci devono trarre in inganno. La situazione in Sicilia è per certi versi drammatica. In questi giorni tutto ha funzionato bene. Ma ero sull’isola anche la scorsa settimana. Per andare da Palermo a Lercara Friddi, dove mi aspettavano i ragazzi del liceo scientifico, ho impiegato tre ore per fare 58 chilometri: molti dei quali a corsia unica, con semafori e code bibliche; e in nessuno dei tanti cantieri ho visto un operaio al lavoro. La strada migliora un po’ da Lercara ad Agrigento, ma resta scomoda. Certo la meraviglia della Valle dei Templi ristora l’anima. Il direttore non è straniero, è agrigentino, sta lavorando molto bene sia alla manutenzione dei templi e alle mostre sia alla tutela del territorio dall’abusivismo, financo alla cura degli ulivi che danno un ottimo olio. I visitatori sono in costante aumento. Ma per arrivare da Palermo — e pure da Catania — sono costretti a un’odissea per la quale, da italiano che ama la Sicilia, provo una vergogna non inferiore all’orgoglio.
Ora anche sull’isola si vota. Con situazioni incredibili, come quelle raccontate qualche giorno fa sul Corriere da Gian Antonio Stella. A Palermo (il primo turno è l’11 giugno) Fabrizio Ferrandelli, che l’altra volta era il candidato del Pd, ora è il candidato della destra: capisco che siamo il Paese del trasformismo, ma c’è un limite a tutto. A Trapani i due favoriti sono uno in galera, l’altro ai domiciliari. In queste condizioni, non bisogna stupirsi se alle regionali del prossimo 5 novembre vinceranno i grillini. Sui quali ho molte perplessità; ma forse riusciranno a mettere in movimento le energie represse della comunità siciliana.