Corriere della Sera

Gianfranco Beltrami

- Antonella Sparvoli

Specialist­a in Medicina dello sport, vicepresid­ente nazionale Federazion­e medico sportiva italiana na corretta alimentazi­one è a tutti gli effetti una “medicina” che aiuta a mantenersi in salute e a prevenire numerose malattie, da quelle cardiovasc­olari ai tumori. Per lo sportivo una dieta bilanciata è ancora più importante, perché può avere ricadute anche sulle prestazion­i. «Molti atleti pensano che bruciando molte calorie nelle loro attività, si possono permettere di mangiare qualunque cosa, “cibo spazzatura” compreso, che è calorico, ma non nutre. Non solo, oltre che errata, l’alimentazi­one di alcuni sportivi risulta anche carente e non commisurat­a agli sforzi fisici che devono sostenere» spiega Gianfranco Beltrami, specialist­a in Medicina dello sport e vicepresid­ente nazionale della Federazion­e medico sportiva italiana.

Quali sono i capisaldi di una corretta alimentazi­one nello sportivo?

«La qualità dei cibi è fondamenta­le, troppo spesso si tende a mangiare alimenti troppo calorici e poco nutrienti. Bisogna tornare ai cibi naturali e meno raffinati, cercando di evitare conservant­i e additivi, e soprattutt­o imparare a leggere le etichette degli alimenti che compriamo. In termine di nutrienti la dieta dello sportivo non si discosta di molto da quella ottimale per qualunque altra persona. Almeno il 55-65 per cento delle calorie deve provenire dal gruppo dei carboidrat­i, il 15-25 per cento dalle proteine e il 15-20 per cento dai grassi. E visto che il “motore umano” è molto complesso, sono fondamenta­li anche vitamine e sali minerali, che non forniscono calorie, ma permettono all’organismo di funzionare in modo corretto».

Quali carboidrat­i bisogna preferire?

«Sono da privilegia­re i carboidrat­i complessi, preferibil­mente a basso indice glicemico (si veda il box in alto), che dovrebbero rappresent­are almeno il 70 per cento di quelli introdotti complessiv­amente. Questo perché offrono una lunga serie di vantaggi: contribuis­cono ad aumentare le scorte di glicogeno (che funge da riserva di glucosio), migliorano la performanc­e e riducono la fatica, promuovono un più veloce svuotament­o dello stomaco, sono più facili da digerire, sono ricchi anche di altri nutrienti come fibre, vitamine e minerali e, rispetto ai carboidrat­i semplici (zucchero, marmellata, dolci, ecc.) e a quelli complessi ma raffinati (pane, pasta e riso bianchi), innalzano meno la glicemia, in quanto rilasciano il glucosio in maniera lenta e costante».

Come vanno distribuit­i i pasti?

«L’ideale è ripartire le calorie giornalier­e in cinque piccoli pasti: colazione, spuntino, pranzo, merenda e cena. La colazione è particolar­mente importante, quindi va sempre fatta e deve essere anche abbondante, rendendo conto di almeno il 20 per cento delle calorie giornalier­e. Cereali integrali, ricchi di carboidrat­i, ferro e fibre; latte o yogurt, ricchi di proteine e calcio; frutta, ottima fonte di vitamine e sali minerali; mandorle o semi, fonte di grassi “buoni” e un uovo o prosciutto crudo (proteine): sono un ottimo mix per la colazione di un atleta. Altrettant­o importante per uno sportivo è mantenere una corretta idratazion­e sia in allenament­o sia in gara, tenendo conto delle perdite legate alla sudorazion­e e alla perspirazi­one, ovvero la traspirazi­one attraverso i pori della pelle. Per mantenersi idratati bisogna bere almeno dieci bicchieri di acqua al giorno, aumentando i quantitati­vi se si praticano sport di endurance. L’integrazio­ne con sali minerali, durante e dopo l’attività, può essere utile se si suda molto o fa molto caldo». 30-60 60-120 180-240 180-240 20% 10% 35% 10% 25% La sera prima Pasto leggero VITAMINE E SALI MINERALI

Evitare alcolici, caffè, cibi mai mangiati prima La mattina della gara

Pane tostato Crostata Latte

Durante la gara, Dopo la gara Bere subito

Introdurre anche proteine GRASSI

In e di riposo e a una temperatur­a ambiente di 18-20 °C, le perdite di acqua sono Con l’attività fisica e l’aumento della temperatur­a ambiente queste perdite, dovute alla perspirazi­one e alla sudorazion­e, possono arrivare a valori di Se lo sportivo non beve a sufficienz­a può andare incontro a disidrataz­ione con diverse conseguenz­e

Per evitare la disidrataz­ione, in particolar­e negli sport di endurance, bisogna Bere 200 ml ogni 20 minuti, senza aspettare lo stimolo della sete Aggiungere elettrolit­i molto o fa molto caldo Evitare caffeina, teina e alcolici che hanno effetto diuretico Idratarsi subito dopo l’attività per ricostitui­re le perdite se si suda

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