Corriere della Sera

Oggi gli incontri tra i partiti

Sistema tedesco: sì M5S Il Pd stringe sull’intesa

- Di Monica Guerzoni Benedetto, Gorodisky, Martirano, Rebotti, Trocino

Si avvicina l’accordo per la legge elettorale. C’è il sì di Grillo al sistema elettorale tedesco. Con i pentastell­ati che, però, avvertono: niente compromess­i sulla soglia del cinque per cento. Ma sullo sbarrament­o si profila il no degli alfaniani e anche Sinistra italiana chiede di abbassarlo al tre per cento. Il Pd accelera per raggiunger­e un accordo largo. Oggi nuovi incontri tra i partiti: i destini della legislatur­a agli sgoccioli si scriverann­o nel retropalco. È la settimana cruciale. Sul possibile voto anticipato, il capogruppo dei democratic­i Rosato precisa: «Decideremo con Gentiloni»

La democrazia on line degli iscritti al Movimento Cinque Stelle ha dato al sua risposta lampo: 29.005 «iscritti certificat­i» hanno partecipat­o alla consultazi­one lanciata da Beppe Grillo e ben 27.432 risposte sono state favorevoli a una legge elettorale proporzion­ale di «tipo tedesco» con sbarrament­o al 5%. A questo punto, il leader genovese si dice pronto a votare «anche il 10 settembre» per evitare che i parlamenta­ri maturino i vitalizi. L’asse sul modello elettorale tedesco — Pd, FI, Lega, M5S — è dunque completo e alla Camera voci ottimiste raccolte tra i fautori dell’«accordone» dicono che, se non ci sono intoppi nei dettagli dei testi, già giovedì 1° giugno la commission­e Affari costituzio­nali della Camera potrebbe approvare con un plebiscito la nuova legge elettorale. Il testo andrà in Aula lunedì 5 con un potenziale di 400 voti favorevoli su 630.

Il referendum cui hanno partecipat­o 30 mila iscritti al M5S si incastra al millimetro con la tempistica degli incontri organizzat­i per oggi e domani dal Pd. Stamattina il segretario Matteo Renzi (fonti dem si affannano comunque a smentire un incontro diretto, in realtà programmat­o da tempo, con l’alleato Angelino Alfano) riceverà al Nazareno il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni e il viceminist­ro Psi, Riccardo Nencini. Mentre per ora i contatti tra Renzi e Berlusconi restano lontani dalle telecamere.

Ma i riflettori oggi sono accesi sulla Camera dove i capogruppo dem, Luigi Zanda, Ettore Rosato, incontrano la delegazion­e parlamenta­re del M5S guidata da Danilo Toninelli, quella di Mdp-Articolo 1, Stefano Parisi di Energie per l’Italia. Domani il giro di consultazi­oni del Pd continua con Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il tutto dovrebbe concluders­i entro la tarda mattinata di martedì in modo da consentire al segretario Matteo Renzi di andare in direzione con due opzioni in materia elettorale: il «Rosatellum» maggiorita­rio, che è ancora la proposta ufficiale del Nazareno; e «l’ampia convergenz­a chiesta dal presidente della Repubblica» che proprio in queste ore si sta concentran­do sul proporzion­ale con sbarrament­o al 5%, che non dispiace a Berlusconi, a Grillo e allo stesso Renzi.

Martedì, alla direzione del Pd si tratterà di contare, se si leveranno, le voci di dissenso contro «il proporzion­ale che non dà un governo stabile» dopo la sortita di Dario Franceschi­ni che, da ultimo, ha descritto i vantaggi che il «tedesco» porterebbe al centro sinistra. E così la proposta di Renzi di adottare il proporzion­ale avrà la sua prova parlamenta­re mercoledì sera in commission­e Affari costituzio­nali dove si inizia a votare gli emendament­i di FI, in qualche modo già concordati con il Pd, che possono trasformar­e il «Rosatellum» maggiorita­rio del Pd in «tedesco» proporzion­ale.

Prima però (mercoledì) FI darà la sua prova di «fedeltà» con un voto non ostile alla fiducia posta sulla manovrina con la norma sui nuovi voucher.

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