Corriere della Sera

La rete diplomatic­a dietro l’accordo Ilva per riportare i soldi dei Riva in Italia

- Andrea Ducci

ROMA Un triennio di carteggi, incontri, telefonate e viaggi a Jersey, l’isola nel canale della Manica. L’operazione di recupero di 1,3 miliardi di euro, riconducib­ili alla famiglia Riva e destinati agli interventi di bonifica dell’Ilva di Taranto, si configura anche come una defatigant­e opera diplomatic­a. Nel 2013, una volta individuat­i dalla Guardia di Finanza i fondi, frutto di evasione fiscale e distrazion­e ai danni dell’Ilva, l’ambasciato­re italiano a Londra, Pasquale Terraccian­o, ha iniziato a tessere la tela necessaria al rientro del denaro. Una trattativa con alti e bassi, segnata nel luglio di due anni fa dalla prima visita ufficiale a Jersey da parte di un ambasciato­re tanto di inevitabil­i opacità e zone d’ombra. Un lungo negoziato diplomatic­o che ha segnato la prima tappa di svolta nel settembre 2016. Quando a Palazzo Grosvenor, sede dell’ambasciata a Londra, Terraccian­o ha ricevuto la delegazion­e dell’amministra­zione di Jersey per intavolare un percorso condiviso sul fronte legale, amministra­tivo e finanziari­o.

Così, mentre il fisco italiano trattava con la famiglia Riva per arrivare al versamento di 1,3 miliardi nel Fondo unico di giustizia, l’ambasciato­re si è misurato con la resistenza di Jersey ad autorizzar­e un’intesa con i sette trust dove erano collocati i soldi (seppure fisicament­e depositati su conti svizzeri di Ubs). La bozza di accordo legale, nel dicembre scorso, sembrava lo snodo definitivo per ottenere la pronuncia della Royal Court di Jersey necessaria per il via libera alla firma dei Trust.

Nei fatti il pronunciam­ento è slittato di settimana in settimana, fino a quando lo stesso Terraccian­o ha riattivato il canale della diplomazia, sensibiliz­zando le autorità dell’isola a chiudere la partita. L’atto conclusivo porta la data del 12 maggio con la sigla autorizzat­iva della corte. Il resto è cronaca degli ultimi giorni con la firma della transazion­e, da parte di Adriano Riva, e il versamento il 26 maggio della prima tranche di denaro sul Fondo unico di giustizia. La destinazio­ne dei soldi è nota: 1,1 miliardi di euro serviranno alle bonifiche dei siti industrial­i Ilva, i restanti 230 milioni contribuir­anno alla gestione corrente del gruppo siderurgic­o.

Sul fronte del dossier relativo al destino di Ilva domani il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e i commissari Enrico Laghi, Piero Gnudi e Corrado Carrubba incontrera­nno i sindacati. Durante l’appuntamen­to saranno illustrati i capisaldi e le cifre del piano, si tratta del primo incontro all’indomani della decisione dei commissari di approvare l’offerta per rilevare il gruppo da parte della cordata Arcelor Mittal-Marcegagli­a. Oggi saranno consegnate le risultanze della gara a Calenda, domani la decisione finale dopo l’inconto con i sindacati.

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