La rete diplomatica dietro l’accordo Ilva per riportare i soldi dei Riva in Italia
ROMA Un triennio di carteggi, incontri, telefonate e viaggi a Jersey, l’isola nel canale della Manica. L’operazione di recupero di 1,3 miliardi di euro, riconducibili alla famiglia Riva e destinati agli interventi di bonifica dell’Ilva di Taranto, si configura anche come una defatigante opera diplomatica. Nel 2013, una volta individuati dalla Guardia di Finanza i fondi, frutto di evasione fiscale e distrazione ai danni dell’Ilva, l’ambasciatore italiano a Londra, Pasquale Terracciano, ha iniziato a tessere la tela necessaria al rientro del denaro. Una trattativa con alti e bassi, segnata nel luglio di due anni fa dalla prima visita ufficiale a Jersey da parte di un ambasciatore tanto di inevitabili opacità e zone d’ombra. Un lungo negoziato diplomatico che ha segnato la prima tappa di svolta nel settembre 2016. Quando a Palazzo Grosvenor, sede dell’ambasciata a Londra, Terracciano ha ricevuto la delegazione dell’amministrazione di Jersey per intavolare un percorso condiviso sul fronte legale, amministrativo e finanziario.
Così, mentre il fisco italiano trattava con la famiglia Riva per arrivare al versamento di 1,3 miliardi nel Fondo unico di giustizia, l’ambasciatore si è misurato con la resistenza di Jersey ad autorizzare un’intesa con i sette trust dove erano collocati i soldi (seppure fisicamente depositati su conti svizzeri di Ubs). La bozza di accordo legale, nel dicembre scorso, sembrava lo snodo definitivo per ottenere la pronuncia della Royal Court di Jersey necessaria per il via libera alla firma dei Trust.
Nei fatti il pronunciamento è slittato di settimana in settimana, fino a quando lo stesso Terracciano ha riattivato il canale della diplomazia, sensibilizzando le autorità dell’isola a chiudere la partita. L’atto conclusivo porta la data del 12 maggio con la sigla autorizzativa della corte. Il resto è cronaca degli ultimi giorni con la firma della transazione, da parte di Adriano Riva, e il versamento il 26 maggio della prima tranche di denaro sul Fondo unico di giustizia. La destinazione dei soldi è nota: 1,1 miliardi di euro serviranno alle bonifiche dei siti industriali Ilva, i restanti 230 milioni contribuiranno alla gestione corrente del gruppo siderurgico.
Sul fronte del dossier relativo al destino di Ilva domani il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e i commissari Enrico Laghi, Piero Gnudi e Corrado Carrubba incontreranno i sindacati. Durante l’appuntamento saranno illustrati i capisaldi e le cifre del piano, si tratta del primo incontro all’indomani della decisione dei commissari di approvare l’offerta per rilevare il gruppo da parte della cordata Arcelor Mittal-Marcegaglia. Oggi saranno consegnate le risultanze della gara a Calenda, domani la decisione finale dopo l’inconto con i sindacati.