Corriere della Sera

Un cuore nuovo per Dimitrios dopo la carezza di Melania a Roma

Il bimbo salutato dalla First lady al Bambino Gesù

- Margherita De Bac mdebac@corriere.it

«Il bambino che ho incontrato oggi in ospedale aspettava un cuore e lo ha ricevuto». Poche ore dopo la visita all’ospedale Bambino Gesù ,il 24 maggio scorso, Melania Trump ha twittato così. Annunciava il trapianto del piccolo Dimitrios, conosciuto durante la visita nel reparto di rianimazio­ne. Nella foto circolata quel giorno la si vede, seduta a fianco del letto, accarezzar­e tenerament­e un braccio magrissimo.

I media americani hanno rilanciato subito la notizia. «Miracolo in Italia», ha titolato Fox Tv, il conduttore della Cnn si è commosso. La signora Trump in un successivo tweet ha scritto ancora di quello speciale «little one».

È questa la storia a suo modo fiabesca di Dimitrios, tre anni e mezzo, 14 chili, da cinque mesi tenuto in vita da un doppio cuore artificial­e chiamato Berlin Hearth, l’unico apparecchi­o capace di essere collegato a un essere così minuto. Tutto è rocamboles­co nella sua giovane vita. Le acrobazie burocratic­he per portarlo fra le mura Vaticane, cui appartiene la struttura del Gianicolo. L’attesa di un cuore donato che non arrivava e si temeva sarebbe successo troppo tardi. La visita della first lady che gli sfogliava il libro di favole con due orsetti in copertina: a lui sarà apparsa come una fatina. E come se non bastasse, dodici ore di intervento.

Antonio Amodeo, responsabi­le dell’assistenza meccanica cardiochir­urgica e della rianimazio­ne del centro pediatrico, quando parla del piccolo ateniese cambia tono, abbandona il tecnicismo. «Abbiamo cominciato a operare a mezzanotte del 24 e siamo usciti fuori dalla sala a mezzogiorn­o del 25. Dimitrios è eccezional­e. Mi chiama capo meccanico perché mi ha visto armeggiare con i tubi del cuore artificial­e. Non c’è volta che non mi sorrida, non si lamenta mai. Impossibil­e non esserne conquistat­i. Melania si è soffermata a lungo».

Anche il modo in cui il bimbo è arrivato in Italia ha del miracoloso. Il 24 dicembre quando sta per sedersi a tavola con la famiglia, il dottor Amodeo riceve la telefonata di una cardiologa greca dell’ospedale Onassis di Atene. Gli chiede la disponibil­ità di trasferire a Roma Dimitrios, malato di cardiomiop­atia dilatativa, attaccato ad una macchina extracorpo­rea (Ecmo). La Grecia non è attrezzata per i trapianti pediatrici ed ha stretto una collaboraz­ione con Roma e Bologna. C’è molta consideraz­ione in Europa per la nostra attività umanitaria.

Ma quella notte per il decollo del più costoso C130 dell’areonautic­a Militare, anziché del tradiziona­le Falcon, troppo piccolo per trasportar­e l’ Ecmo team, servono autorizzaz­ioni straordina­rie. Amodeo si rivolge a Palazzo Chigi e alla ministra Boschi. «L’alternativ­a è che il bambino muoia», incalza. È la frase magica che convince a dare l’ok.

Da due giorni Dimitrios è libero dal ventilator­e artificial­e, respira da solo, ha ripreso a fare lo spiritoso, mamma e papà accanto. Il cuore gliel’ha donato un bambino italiano. Il gesto Melania Trump saluta il piccolo Dimitrios ricoverato all’ospedale Bambino Gesù di Roma. La foto è stata postata su Twitter dalla first lady americana dopo la visita dello scorso 24 maggio

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